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Cristina Seymandi risponde all’ex Massimo Segre: dopo l’umiliazione, la lettera pubblica

La pubblica lettera dopo la pubblica umiliazione

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La pubblica lettera di Cristina Seymandi dopo l’umiliazione di Massimo Segre: il non-gossip dell’estate torinese

Sicuramente non di vip parliamo, ma comunque di una delle pagine del gossip più chiacchierate di quest’estate: Cristina Seymandi ha deciso di replicare (con una lettera) all’ormai ex compagno e anche ex promesso sposo Massimo Segre dopo l’umiliazione pubblica ricevuta di fronte a 150 persone.

Non parliamo di spettacolo ma comunque di gossip quando parliamo del banchiere torinese e della sua ex promessa sposa, finiti su tutte le pagine dei giornali per quello che è successo in occasione di quello che doveva essere un party per ufficializzare le loro nozze.

La “vendetta perfetta” di fronte a 150 invitati

Microfono e lettera alla mano, così Massimo Segre dopo aver scoperto i presunti tradimenti della futura sposa, Cristina Seymandi, l’aveva sbugiardata davanti a tutti. Non una scoperta sul momento ma una vera e propria vendetta, una lettera scritta con la volontà di rendere pubblico il tradimento prima che la “storia”, a suo dire, venisse manipolata a suo sfavore. Così Segre aveva pubblicamente deciso di dichiararsi cornuto e ferito in prima persona, andando però a macchiare inevitabilmente la reputazione della compagna. Perché in fondo è di reputazione che si parla.

La lettera di Cristina Seymandi e la scomparsa dell’anello di fidanzamento 15 giorni prima

In una lunga lettera al Corriere della Sera però ora parla lei, Cristina Seymandi, che già aveva annunciato di voler procedere per vie legali per l’umiliazione ricevuta. Non si spiega il perché, ferita a sua volta, ma si domanda come e lo fa di nuovo pubblicamente, preferendo per certi versi rimanere ancora al centro della scena. Ma non solo perché la lettera è anche l’occasione per “denunciare” la scomparsa del famoso anello, rivendicato da Segre, di fidanzamento. “Parla lui dell’anello di fidanzamento di proprietà di sua mamma, il nostro anello di cui non perde l’occasione di sottolineare il valore materiale specificandone le caratteristiche. – scrive la Seymandi – Anello al quale ero affezionatissima come ad una delle mie cose più care, misteriosamente sparito, guarda caso, da casa nostra 15 giorni prima di quella tristissima serata“.

Insomma, una scomparsa che ha tutta l’aria di essere l’inizio di una lunga premeditazione della vendetta nei suoi confronti. “A differenza sua, non sento di avere alcun diritto di erigermi nel contempo a giudice e boia degli eventuali errori delle persone con le quali percorro un pezzo di vita“, aggiunge.

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