Curiosità
Matrimonio Riparatore e Delitto d’Onore: La Storia dell’Abolizione in Italia

Indice dei contenuti
Un passo avanti per i diritti delle donne: come il coraggio di Franca Viola ha cambiato la legge e l’anno che ha segnato la fine di norme anacronistiche.
Quando è stato abolito il matrimonio riparatore?
La legge sul matrimonio riparatore, che estingueva il reato di violenza sessuale se lo stupratore sposava la vittima, è stata abolita in Italia solo nel 1981. Fino a quella data, l’articolo 544 del Codice Penale permetteva che un reato così grave potesse essere cancellato attraverso un matrimonio imposto.

Il cambiamento avvenne grazie al coraggio di Franca Viola, la prima donna a opporsi pubblicamente a questa pratica. Rapita e violentata nel 1965 ad Alcamo, in Sicilia, rifiutò di sposare il suo aguzzino, sfidando la mentalità dell’epoca che considerava una donna “svergognata” e destinata a un matrimonio riparatore per “salvare l’onore”. La sua denuncia portò alla condanna del rapitore e diede il via a un percorso che culminò con l’abrogazione della legge, sancita dalla legge 442 del 5 agosto 1981.
Il Delitto d’Onore: La Fine di un Concetto Arcaico
Anche il delitto d’onore è stato abolito nello stesso anno, il 1981, sempre con la legge 442. Questa legge eliminò l’articolo 587 del Codice Penale, che prevedeva pene drasticamente ridotte, da 3 a 7 anni, per chi uccideva il coniuge, la figlia o la sorella scoperti in una “illegittima relazione carnale”.

Questa norma affondava le sue radici in tempi antichi, come nel diritto romano e nel Codice Napoleonico, dove il concetto di onore familiare giustificava atti di violenza estrema. La sua abolizione ha rappresentato un passo cruciale per riconoscere la dignità e i diritti individuali delle donne, superando una mentalità che privilegiava il “buon nome” della famiglia sulla vita stessa.
Violenza sessuale: Da “contro la morale” a “contro la persona”
Nonostante l’abolizione del matrimonio riparatore e del delitto d’onore nel 1981, la strada per i diritti delle donne era ancora lunga. Solo nel 1996 lo stupro fu finalmente riconosciuto in Italia come un reato “contro la persona” e non più come un reato “contro la morale”. Questo cambiamento normativo ha segnato un’evoluzione fondamentale nella percezione giuridica e sociale della violenza sessuale.
