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TV e SPETTACOLO

Non è la Rai, 30 anni dopo: tra visioni nostalgiche e dichiarazioni scomode ancora se ne parla

Laura Colucci, una delle ex di Non è la Rai, torna a parlare di quegli anni e le confessioni si fanno via via scomode nel tratteggiarne l’ambiente e il clima, a suo dire tutt’altro che fiabesco

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Non è la Rai non era solamente quello che di Non è la Rai andava in onda? Un gioco di parole, un gioco per chi vi partecipava, un gioco per chi lo guardava e poi per qualcuno, leggendo alcune dichiarazioni, molto più di un gioco: un ambiente seriamente compromesso, ben distante dal dipinto fiabesco. Sembra esserci un “di più” oltre i volti felici di centinaia di ragazze, ricordo d’infanzia, che per la prima volta diventavano padrone di uno schermo televisivo quasi in solitaria, senza “adulti navigati” a guidarle, almeno in presenza. A distanza di 30 anni da quel lontano 9 settembre 1991, prima messa in onda di quel rivoluzionario e per certi versi trasgressivo Non è la Rai, affiorano dichiarazioni che entrano in contrasto con ciò che di Non è la Rai comunemente si tende a ricordare.

Dichiarazioni affatto nuove che tratteggerebbero un dietro le quinte da sempre presente ma mai davvero affrontato. E mentre avanzano i ricordi nostalgici avanzano anche quelli più scomodi come quelli di Laura Colucci che appare come una solista voce disincantata sul tema. Parole che stanno creando un disarmante “effetto shock” e a cui stanno seguendo smentite e pesanti “mi dissocio” da parte di chi non ci sta e racconta la propria versione.

Non è la Rai, non solo fiabe: i ricordi scomodi di Laura Colucci

È molto scomodo tirare fuori verità pesanti. Tante di loro sono state anche coinvolte in queste situazioni, quindi perché parlarne? Non è facile prendere la posizione che ho preso io“, sono le parole di Laura Colucci, allora 21enne ragazza di Non è la Rai, scelta da Boncompagni dopo essere stata adocchiata per strada. La sua è una lunga confessione rilasciata a Today.it sui chiaroscuri di un programma enigmatico, simbolico ed emblematico di un’epoca conclusa: lo sguardo di chi Non è la Rai lo ha vissuto con la telecamera puntata contro nella migliore delle ipotesi perché, dai suoi ricordi, sembra che in qualche modo quell’attenzione dovesse essere guadagnata in un clima competitivo e per molti versi compromesso.

Laura Colucci: “C’erano delle situazioni vomitevoli

Io queste cose non le ho mai nascoste – puntualizza la Colucci che ha fatto recentemente parlare proprio per un post Facebook in cui avrebbe sottolineato la copresenza di un “sottobosco”, un ambiente malsano retrostante agli strass – Ieri leggevo di un libro che è uscito in questi giorni, di un fotografo che lavorava all’interno dello studio. Il titolo è ‘C’è era una volta Non è la Rai’, che ti fa pensare a una favola. Il contesto non era fiabesco, assolutamente. C’erano delle situazioni che erano vomitevoli, lo ripeto. [..] Era un contesto di competizione con tutte le schifezze che concerne il mondo dello spettacolo“. Entrando poi nel vivo della sua personale esperienza: “A me nessuno ha mai chiesto di andare a letto con qualcuno, però ho vissuto direttamente storie di ragazze che frequentavo che mi hanno confidato di essere dovute scendere a compromessi per poter emergere e fare qualcosa di più rispetto a quello che facevo io ad esempio“.

laura colucci a non è la rai
Laura Colucci a Non è la Rai. Fonte: Instagram

La molestia è anche psicologica

Un “sottobosco” che a suo dire coinvolgeva tutti, ragazze, autori ma anche famiglie delle stesse: “Incitavano le figlie a scendere a compromessi. Terribile. Tipo il film Bellissima. La canzone di Vasco Rossi, Delusa, dice tutto. Le parole sono più che eloquenti: ‘Il tuo papà è felice quando ti vede ballare in televisione?’. Parla proprio di questo. Aveva capito tutto’, conclude la Colucci. Quanto alla figura di Gianni Boncompagni: “Per carità, io non posso dire cose brutte e basta. Lui comunque mi ha dato un’opportunità importante, grazie a lui ho vissuto una cosa molto bella, però a far passare questo contesto per una cosa fiabesca non ci sto“. E ancora, sempre la Colucci incalzata ad entrare nel merito di quelle “cose vomitevoli”: “La molestia non è solo la pacca sul sedere o la palpata al seno. La molestia è anche psicologica, è dover scendere a compromessi e avere la pressione addosso che solo così puoi fare qualcosa. Non ho subito una violenza fisica, ma sicuramente una pressione psicologica per continuare ad essere visibile. Non erano rapporti sessuali – spiega la Colucci – ma compromessi. A me mai nessuno ha chiesto di fare sesso, ma ad altre ragazze sì. Pressioni psicologiche però le ho subite e quando mi sono stancata si è visto, perché sono sparita“.

La smentita di un’altra ex Non è la Rai, Pamela Petrarolo: “Quello che ha detto non esiste

Se in contrapposizione a quella narrazione esclusivamente fiabesca e nostalgica si oppone la Colucci, contro la versione della Colucci stessa ci sono un generale e collettivo silenzio di chi si dissocia e la versione di un’altra ex di Non è la Rai, quella della Pamela Petrarolo: “Il ricordo di Non è la Rai è assolutamente il più bello e spensierato della mia adolescenza, non avrei potuto desiderare di meglio. Sono stata molto fortunata a far parte di un contesto come quello, dove a capo di tutto c’erano due geni che hanno creato un fenomeno del quale dopo 30 anni ancora si parla“, dice la Petrarolo a Fanpage.it. “Quello che ha detto la signora non esiste – torna sulle dichiarazioni della Colucci – Le sue parole si commentano da sole, non capisco dove voglia andare a parare, probabilmente ha provato a farsi pubblicità. Con le ex colleghe abbiamo un gruppo su WhatsApp e ci siamo dissociate dalle sue parole, siamo tutte scioccate“. E ancora, parlando di Gianni Boncompagni: “Non capisco il senso di tirare fuori accuse 30 anni dopo, quando Gianni Boncompagni non c’è più. Avrebbe potuto farlo quando era vivo, almeno avrebbe potuto difendersi. Invece no, anzi, la signora era persino presente ai suoi funerali. Forse dovrebbe farsi un esame di coscienza“. Concludendo, smentendo a gran voce le parole della Colucci: “Lo trovo di cattivo gusto. Forse la signora cercava un momento di gloria spu**anando un programma del quale lei stessa ha fatto parte e facendo diventare Boncompagni un mostro. Gianni meriterebbe rispetto“.

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