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Orlando Puoti, il Principe azzurro di Avanti un altro confessa: “Sono ancora vergine”

Le parole dell’uomo volto di Avanti un altro

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Orlando Puoti: il volto del Principe azzurro di Avanti un altro

Orlando Puoti, nonché volto di Avanti un altro nel personaggio del Principe azzurro, ha preso la parola per raccontare a tutti i fan del programma, un po’ della sua vita privata. La storia di un bambino “un po’ pigro e grassottello“, come lo stesso Puoti si è definito, che ha anche subito episodi di bullismo quando era un ragazzino. Fino ad arrivare alle confessioni più intime, e cioè sulla propria sfera sessuale.

“Mi vedo brutto, sono paffutello, basso”

Un’ammessa verginità, quella di Orlando Puoti alias Principe azzurro ad Avanti un altro, che trova le sue radici nel disagio con il quale l’uomo vive il rapporto con il suo corpo. Per Fanpage Puoti si è quindi confidato: “Quando un uomo con un fisico come il mio, si sveste davanti a una donna non ci fa una bella figura. Mi vedo brutto, sono paffutello, basso e ho le orecchie come quelle dei folletti. Se fossi più alto, la massa grassa si distribuirebbe in modo diverso“.

Ed ancora: “Ho avuto qualche fidanzata, ma non siamo mai arrivati all’atto finale. Sono ancora vergine“. Per passare poi al tasto dolente del bullismo, che bene si collega ai vissuti di vita sopra descritti: “I ragazzini mi insultavano e mi mettevano da parte perché ero paffuto. Tornavo a casa piangendo, ma non dicevo niente ai miei genitori, mi chiudevo in me stesso. Era sempre così, tutti si riunivano, giocavano insieme e io rimanevo da solo“.

Che lavoro fa oggi Orlando Puoti

Dopo l’avventura ad Avanti un altro come Principe azzurro, Puoti ad oggi di mestiere fa l’assistente tecnico: un lavoro con il quale ha ammesso di non guadagnare molto ma che comunque gli piace. “Sono un assistente tecnico in un istituto superiore a Roma. Faccio Napoli – Roma tutte le mattine e la sera rientro“.

Ed ancora: “Sono circa 1300 euro mensili di stipendio, però dato che sono solo, con un po’ di sacrifici riesco a tirare avanti. Però mi trovo bene con gli studenti perché mi stimano, anche se a volte mi fanno penare perché non vogliono studiare. Cerco di inculcargli i valori, gli ideali, prima di fare informatica“.

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