NEWS
💣 Attentato a Sigfrido Ranucci: Un Ordigno Distrugge l’Auto del Giornalista
L’auto del conduttore di Report è esplosa sotto casa sua a Campo Ascolano, alle porte di Roma. Ranucci, incolume, teme per l’incolumità della figlia e denuncia un clima di “isolamento e delegittimazione” legato alle sue inchieste.
Sigfrido Ranucci: La Dinamica dell’Esplosione e il Timore per la Famiglia
L’attentato è avvenuto nella notte sotto l’abitazione di Sigfrido Ranucci, giornalista e conduttore del programma Rai Report, a Campo Ascolano (Pomezia). Un ordigno ha distrutto la sua auto, coinvolgendo nell’esplosione e nelle fiamme anche la seconda auto di famiglia, usata dalla figlia, e danneggiando la casa accanto.
Le prime parole di Ranucci, rilasciate al Corriere della Sera, sono piene di apprensione per l’incolumità dei suoi cari: “Mia figlia è passata davanti alla mia auto pochi minuti prima dell’esplosione, avrebbero potuto ammazzare una persona, avrebbero potuto ammazzare mia figlia.” Il giornalista ha stimato che è stato utilizzato almeno un chilo di esplosivo. Fortunatamente, Ranucci era in casa al momento dell’esplosione, avvenuta intorno alle 22.
Le Minacce Precedenti e il Clima di Delegittimazione
Sigfrido Ranucci ha collegato l’attentato a un clima ostile che, a suo dire, lo circonda da tempo. Denuncia un “clima di isolamento e di delegittimazione” nei suoi confronti e afferma di aver ricevuto diverse minacce negli ultimi mesi, che ha regolarmente denunciato. Tra gli episodi citati ci sono:
- L’invio di un proiettile di P38.
- Essere stato pedinato da personaggi identificati dalla sua scorta.
- Essere stato oggetto di dossieraggi anche dall’estero.
Riguardo al possibile mandante, il giornalista non ha fatto nomi, ma ha sottolineato che l’attentato è avvenuto solo pochi giorni dopo l’annuncio dei temi delle nuove inchieste di Report, suggerendo che potrebbe non essere una coincidenza.
Le Indagini e la Solidarietà Istituzionale
Sul caso stanno indagando i pm dell’Antimafia di Roma. Al momento, la Procura procede per danneggiamento con l’aggravante del metodo mafioso, in attesa delle prime informative dalle forze dell’ordine che hanno effettuato il sopralluogo. Report ha comunicato che la potenza dell’esplosione avrebbe potuto uccidere chiunque fosse passato in quel momento.
Immediata e unanime è stata la reazione del mondo politico. Il Ministro della Difesa Guido Crosetto ha definito il gesto “gravissimo, vile, inaccettabile“, un atto che colpisce “la libertà stessa di informare e di esprimersi”. Anche la Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha espresso “piena solidarietà” e la “più ferma condanna per il grave atto intimidatorio,” ribadendo che “la libertà e l’indipendenza dell’informazione sono valori irrinunciabili.”