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Sito Sessista: Identificato il Presunto Gestore, si Indaga su un 45enne in Toscana

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vittorio vitiello

C’è una svolta nel caso del sito sessista Phica.eu. Secondo quanto rivelato da “Domani”, la Polizia postale ha individuato un presunto gestore: si tratterebbe di Vittorio Vitiello, 45enne residente a Scandicci, in provincia di Firenze. L’uomo, che sarebbe il gestore del sito e si celava dietro i nickname “Phicamaster” e “Bossmiao”, è già stato ascoltato dalle autorità a Firenze dopo la denuncia presentata dalla sindaca Sara Funaro.

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Vittorio Vitiello è stato ascoltato dalle autorità, dopo la denuncia della sindaca di Firenze Sara Funaro

Sul sito, infatti, erano state pubblicate migliaia di foto e video privati, incluse quelle di esponenti politici, accompagnate da commenti sessisti e volgari. Le indagini, che si concentrano ora su Vitiello, proseguono per far luce sulla gestione di questa piattaforma, che si appoggiava su server stranieri.

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Vittorio Vitiello, la Procura Indaga

Vittorio Vitiello, La Procura di Roma Apre un Fascicolo: Ipotesi di Reato

Il caso è arrivato anche sui tavoli della Procura di Roma, che ha tenuto un vertice con gli investigatori della Polizia postale per fare il punto della situazione. Presto verrà aperto un fascicolo e, tra i reati ipotizzati dai pm capitolini, ci sono la diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti, la diffamazione e l’estorsione. Quest’ultima accusa è stata respinta dall’admin del sito in un lungo post, in cui ha provato a difendersi ricostruendo una vicenda in cui un utente avrebbe richiesto la rimozione di alcuni contenuti. L’admin ha sostenuto di aver offerto un “servizio di ricerca proattiva” a pagamento, respingendo l’accusa di aver estorto denaro per la cancellazione dei contenuti.

La Reazione del Web e la Chiamata alle Istituzioni

Il caso di Phica.eu ha scatenato una reazione massiccia, con una pioggia di segnalazioni che ha portato all’intervento di avvocati e associazioni. In particolare, gli avvocati dell’Unione Nazionale Camere Civili hanno denunciato l’esistenza di una “rete sotterranea e ramificata di gruppi analoghi” in cui la violenza digitale è all’ordine del giorno. Per questo, hanno lanciato un appello alle istituzioni e alle piattaforme digitali per un “impegno concreto e immediato” che possa contrastare in modo efficace il fenomeno dell’odio online, alimentato dall’anonimato e da una mancanza di cultura del rispetto.

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