Alessandra Mussolini Svela il Tradimento della Nonna Rachele: ‘Ha Rafforzato il Legame con Benito’

Alessandra Mussolini e il Segreto della Nonna Rachele

In un’intervista, Alessandra Mussolini ha rivelato per la prima volta un segreto di famiglia che sfida la percezione comune di sua nonna, Rachele Guidi. Secondo l’ex parlamentare, Rachele non era affatto la donna sottomessa che l’immaginario collettivo ha sempre dipinto. La prova di ciò risiede in un ciondolo con incise due iniziali, una “R” e una “C”, che stava per Corrado Varoli, un uomo che aveva affascinato Rachele fin dall’adolescenza e che lei avrebbe potuto sposare prima di scegliere Benito Mussolini.

Il Tradimento di Rachele e la Reazione di Augusta

Il tradimento, avvenuto mentre Benito era notoriamente infedele, ha avuto luogo nella casa di famiglia a Villa Carpena, dove Rachele aveva assunto Corrado come amministratore. I due furono scoperti in flagrante da Augusta, la sorella di Rachele, che non esitò a scrivere una lettera al Duce per informarlo della situazione. Il vassoio della colazione che le cadde di mano, simboleggiò il drammatico sconvolgimento in atto.

Benito Mussolini Affronta il Tradimento: “Non Riusciva ad Accettarlo”

Appena ricevuta la notizia, Benito Mussolini si precipitò a Villa Carpena. Affrontò Rachele in una discussione in cui lei pianse ma non confessò mai. Secondo il racconto, Benito non riusciva ad accettare che la moglie potesse desiderare un altro uomo e, pur non ottenendo una confessione, ordinò a Rachele di licenziare Corrado e di farlo sparire. Questo gesto mostra quanto l’imprevista indipendenza della moglie lo avesse scosso profondamente.

Una Vendetta o una Strategia? La Spiegazione di Alessandra

Alessandra Mussolini spiega che il gesto di Rachele non fu per vendetta, ma per “riequilibrare la situazione” e “provare cosa si sentiva” a fare ciò che lui faceva spesso. Quel tradimento d’amore, anziché distruggere il loro rapporto, finì per rafforzare il legame, perché Benito capì che sua moglie non era completamente alla sua mercé. Alessandra Mussolini ha deciso di raccontare questa storia nel suo libro, “Benito. Le rose e le spine”, per rendere giustizia a una donna che, per l’epoca, era sorprendentemente “anomala”.

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