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Biografie

Andrea Pirlo: storia, carriera e attualità – dalla “Rondinella” a Dubai

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andrea pirlo

Una vita tra eleganza e genialità calcistica: l’evoluzione di Andrea Pirlo da fuoriclasse a tecnico internazionale.

Giovanili e debutto precoce: le origini

Andrea Pirlo nasce il 19 maggio 1979 a Brescia. Cresce calcisticamente nella piccola realtà della Voluntas, prima di entrare nel settore giovanile del Brescia Calcio. Proprio con le Rondinelle fa il suo debutto in Serie A a soli sedici anni e due giorni: il 21 maggio 1995, nella partita Reggiana–Brescia, diventando così l’esordiente più giovane in Serie A nella storia del club lombardo.

Nel 1996, con la formazione Primavera del Brescia, vince il prestigioso Torneo di Viareggio. L’anno successivo, grazie alla fiducia dell’allenatore Edi Reja, entra stabilmente nella prima squadra: con due gol e diciassette presenze contribuisce alla conquista del campionato di Serie B e alla promozione in massima serie.

L’affermazione al Brescia e il salto all’Inter

Nella stagione successiva, ormai titolare del Brescia in Serie A, Andrea Pirlo mette in mostra le sue qualità in 29 partite, segnando quattro reti. Nonostante i suoi sforzi, la squadra retrocede. Nell’estate del 1998 — a soli 19 anni — viene ingaggiato dall’Inter. Con la maglia nerazzurra debutta anche in Champions League, ma in campionato colleziona solo diciotto presenze, molte delle quali da subentrato.

Nel 1999/2000 viene mandato in prestito alla Reggina, dove disputa un’ottima stagione. Tornato all’Inter l’anno seguente trova ancora poco spazio e così, nella sessione di mercato invernale, fa ritorno al Brescia con la formula del prestito.

La trasformazione: da trequartista a regista

Tornato al Brescia, l’allenatore Carlo Mazzone decide di modificare il ruolo di Andrea Pirlo: niente più trequartista o mezzapunta, ma playmaker arretrato — un regista puro. Questo cambio tattico dà i suoi frutti: Pirlo imposta il gioco da dietro, con visione, verticalizzazioni e calci piazzati, valori che lo renderanno celebre.

La nuova posizione gli consente di coesistere in campo con grandi campioni come Roberto Baggio. Un infortunio nell’aprile 2001 interrompe però bruscamente la stagione.

L’esplosione al AC Milan

Nell’estate del 2001 Pirlo viene acquistato dall’AC Milan per 35 miliardi di lire. Dopo una prima stagione di assestamento, a partire dal 2002 diventa centrale nel progetto rossonero. Sotto la guida di Carlo Ancelotti assume il ruolo di vertice basso di un centrocampo a rombo con Rui Costa, Gattuso e Seedorf.

Con il Milan, Andrea Pirlo vince la sua prima UEFA Champions League nella stagione 2002/2003. Parallelamente, diventa un punto fermo della nazionale italiana, dopo essere già stato protagonista con l’Under-21.

Il trionfo mondiale e il picco delle sue prestazioni

Andrea Pirlo esordisce con la maglia azzurra il 7 settembre 2002. Convocato come fuoriquota per i Giochi Olimpici di Atene 2004, conquista la medaglia di bronzo. Ma è nei mondiali di Germania 2006 che vive il momento d’oro: segna contro il Ghana, fornisce l’assist per il gol di Grosso nella semifinale contro la Germania e realizza il primo rigore azzurro nella finale contro la Francia. Spesso indicato come Man of the Match nelle sfide clou (Italia-Ghana, Italia-Germania, Italia-Francia), viene incluso al 9° posto nella classifica del Pallone d’Oro 2006; l’anno dopo sale fino al 5°, grazie anche ai successi con il Milan (Champions, Supercoppa Europea, Mondiale per Club).

Grazie a queste imprese, Pirlo si consacra come uno dei registi più forti al mondo nei primi anni del Duemila.

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Andrea Pirlo ai Mondiali 2006

Gli anni con la Juventus e il tramonto da calciatore

Con il Milan, dopo oltre 400 partite e 41 gol, Andrea Pirlo decide nell’estate 2011 di non rinnovare il contratto e firma con la Juventus. In bianconero debutta contro il Parma, fornendo due assist, e l’11 marzo 2012 disputa la sua 400ª partita in Serie A contro il Genoa. Il 6 maggio vince lo scudetto — diventando il sesto calciatore nella storia italiana a conquistare due campionati consecutivi con due maglie diverse.

Dotato di tecnica superiore, visione di gioco, forza nei calci piazzati e verticalizzazioni improvvise, Pirlo compensa la mancanza di velocità con un’intelligenza tattica fuori dal comune.

Dopo il contratto con la Juventus, nel luglio 2015 si trasferisce al New York City FC in MLS. A causa dei problemi fisici, gioca con minore continuità e disputa l’ultima partita della sua carriera il 5 novembre 2017, prima di annunciare l’addio al calcio professionistico, sotto i riflettori e con onore.

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Andrea Pirlo alla Juventus

Gli esordi da allenatore: dal settore giovanile alla panchina della Juventus

Già nel settembre 2018, Andrea Pirlo, ottiene la qualifica UEFA A, che gli consente di allenare formazioni giovanili e squadre fino alla Serie C. Nel luglio 2020 viene nominato tecnico della squadra Under-23 della Juventus, ma pochi giorni dopo — con l’esonero di Maurizio Sarri — approda alla guida della prima squadra bianconera. La sua avventura dura fino a fine stagione: non viene riconfermato.

Nel 2022 si trasferisce in Turchia per allenare il Fatih Karagümrük, esperienza breve e conclusasi poco prima della fine del campionato.

La parentesi a Genova con U.C. Sampdoria

Il 27 giugno 2023 Andrea Pirlo viene ufficializzato come nuovo allenatore della Sampdoria, con contratto fino al 30 giugno 2025. Lo staff tecnico include figure come Nicola Legrottaglie (head of performance) e Lorenzo Giani (head of scouting).

Tuttavia la stagione 2024/25 parte male: solo un punto nelle prime tre giornate di Serie B. La dirigenza opta per l’esonero il 29 agosto 2024, affidando la squadra a Andrea Sottil.

Il 2025: nuova sfida in Medio Oriente con United FC

Dopo l’esperienza in Italia, nel luglio 2025 Pirlo viene nominato nuovo allenatore del club degli Emirati Arabi Uniti United FC, militante nella seconda divisione emiratina. L’obiettivo è ambizioso: portare la squadra alla promozione in massima serie.

Il club — fondato nel 2022 — ha espresso fiducia nel suo progetto, richiamando il “calcio totale” e la visione tattica che caratterizzarono la carriera da giocatore di Pirlo.

Un nome, un marchio di stile: l’eredità di Pirlo

Andrea Pirlo non è solo un ex calciatore o tecnico: è un simbolo di eleganza calcistica, di regia, di visione. Il suo modo di giocare — e di impostare — ha influenzato generazioni di centrocampisti: la famosa espressione “giocare alla Pirlo” è entrata nel linguaggio comune per indicare il passaggio lungo, la verticalizzazione improvvisa, il passaggio filtrante o la punizione perfetta.

La sua carriera, fatta di alti straordinari (Mondiali, Champions, Scudetti) e di momenti difficili (come gli avvicendamenti da allenatore), dimostra che anche i più grandi protagonisti del campo possono affrontare sfide complesse dietro la panchina.

Oggi, con la nuova avventura agli Emirati Arabi, Pirlo prova a dare continuità alla sua seconda carriera: chissà se, lontano dall’Italia, ritroverà la serenità e la stabilità per far rinascere la sua leggenda da tecnico.

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