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Barbara d’Urso non è “fuori dai giochi”, ma a qualcuno piace credere che sia così

Barbara d’Urso non sparirà e non è una “conduttrice in disgrazia”: che piaccia o no, Mediaset punta ancora su di lei

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barbara d'urso pomeriggio cinque

Vogliamo davvero raccontarci la bugia su Barbara d’Urso parlando di lei come “conduttrice finita” con tanto di titoloni e – è il caso di dirlo – titolazzi da pochi click? È vera la legge che la d’Urso è come la pizza, piace un po’ a tutti e un po’ con tutto… ma provate a metterci l’ananas. Nella formula “Barbara d’Urso perde” (che sia riferito a programmi, ore di conduzione o opinionisti) c’è un ingrediente che rovina il gusto della vera ricetta: Carmelita non sta perdendo. Lo schema è sicuramente nuovo e anche i grandi goleador possono perdere colpi a suon di stilettate da parte dei nuovi “assi dello show”, ma chi sta raccontando agli italiani che la d’Urso è una vecchia gloria spacciata alla fine della carriera, sta raccontando una bugia.

Barbara d’Urso non è questione di minuti

Davvero è il caso di parlare di “epurazione”, “esilio” e “confinamento”? Ce lo domandiamo alla luce delle ultime su Carmelita che hanno nuovamente stuzzicato l’appetito del titolismo estremo, uno degli sport più praticati in Italia. Dopo aver perso la domenica pomeriggio, dopo aver perso la domenica sera, a Barbara d’Urso non resta che piangere in quei miseri 70 minuti di Pomeriggio Cinque che le sono rimasti?

Le news vogliono che la d’Urso torni in onda dal 6 settembre al timone del solo Pomeriggio Cinque in forma del tutto mutilata: senza opinionisti, senza dursianesimo e senza il tempo del caffeuccio perché l’orario sarebbe stato ridotto. Non più 90 minuti. Giocato il primo tempo d’un solo fiato, al 70esimo Barbara d’Urso pare andrà categoricamente sotto la doccia con non-troppo entusiasmo in caso di vittoria e non-troppo scoramento in caso di sconfitta. C’è però dell’azzardismo, direbbe Fiorello, nel sottovalutare ciò che una fuoriclasse come Barbara d’Urso può dare con una sola giocata, un solo tiro in porta, in 70 minuti.

Mediaset lo sa che Barbara piace

Scorretto però sarebbe anche pensare che Mediaset sia così impulsiva e sprovveduta da non averci già pensato. È una rete e in quanto tale sa che pesci andare a pescare. È molto più verosimile immaginare che tutto questo percorso inverso sia stato visto e previsto da Cologno Monzese quando ancora Mark Caltagirone doveva far capolino nella vita della Prati.

Aperta parentesi.

Diciamolo: è molto difficile immaginare una Barbara d’Urso afflitta all’idea che Scene da un matrimonio possa davvero essere ciò che gli italiani desideravano vedere in tv al suo posto la domenica pomeriggio. Della domenica di Mediaset ne abbiamo parlato tanto, con tanti, pertanto: no, non abbiamo mai sentito nessuno dire “quanto vorrei passare le mie domeniche pomeriggio a guardare persone sconosciute che si sposano e che mi raccontano quanto è stato difficile scegliere tra il menù di pesce e il menù di carne”. Se davvero Mediaset avesse voluto cancellare Barbara d’Urso dall’immaginario collettivo, aprendo gli archivi e le rubriche, avrebbe potuto lanciare in chiaro qualcosa di molto più forte e accattivante di una banchettata tra peonie e ortensie e una cantante che non ha mai fatto la conduttrice, anche a cachet ridotti.

Chiusa parentesi.

Certo è che fa gola a tutti quando è un personaggio come quello di Barbara d’Urso, con i suoi chiaroscuri caravaggeschi, tanto amato e tanto seguito dal pubblico – con tanto di sorrisoni e pacche sulle spalle volanti da parte dell’ufficio marketing di Mediaset – a finire in “disgrazia”, per la gioia degli illuminati.

Ma se la “disgrazia” fosse il nuovo Cavallo di Troia?

Il bisogno, come il desiderio, si palesa davanti a una mancanza.

Intervistata da Stefania Zizzari, Barbara d’Urso ha fatto sapere di essere in procinto di annunciare, non appena vi saranno tutti i presupposti per poterlo fare, il suo nuovo ruolo nella prima serata di Mediaset. Insomma, regge veramente poco la teoria della disfatta alla luce di un nuovo lancio e l’ipotesi di una Barbara d’Urso accomodante e complice di una Mediaset che si pregusta il successo di un vero Cavallo di Troia si fa strada, in discesa.

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