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Carnevale d’Ivrea: che fine fanno le tonnellate di arance?

Una festa magica in cui le strade si colorano di arancione

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Carnevale d’Ivrea: con la sua battaglia delle arance, tra i più suggestivi d’Italia

Nei periodi del Carnevale, ogni anno c’è la sfida alla parata più sensazionale. E, sebbene i Carnevali di Venezia e quello di Viareggio siano molto suggestivi, ce n’è uno che non è da meno: quello di Ivrea. Cittadina piemontese a pochi chilometri da Torino, il Carnevale d’Ivrea è famoso per la sua battaglia delle arance.

Arance del Carnevale d’Ivrea: spreco alimentare?

È proprio ciò che rende unico il Carnevale di Ivrea, cioè il lancio delle arance, a sollevare i maggiori dubbi e critiche riguardo allo spreco alimentare. Da dove arrivano le arance utilizzate per le battaglie? Dove vanno a finire? Perché viene sprecato cibo in questo modo? In effetti, ogni anno sono ben 600 mila i chili di arance che devono varcare i confini della cittadina e che vengono usati come proiettili dai cosiddetti “aranceri”.

C’è una buona notizia: le arance utilizzate non sono commestibili. Si tratta di agrumi di seconda o terza categoria provenienti dalla Calabria, che altrimenti sarebbero destinati al macero. In alternativa, questi prodotti sono acquistati dalla Coca-Cola Company, che li utilizza per la produzione di aranciata. Dopo la fine dei giorni di festa, le arance vengono raccolte e utilizzate come compost oppure come biometano.

Battaglia delle arance: una tradizione che risale al Medioevo

La tradizione del Carnevale di Ivrea e delle sue arance è molto più antica di quanto non si possa pensare. È originaria del Medioevo, periodo in cui hanno avuto luogo gli avvenimenti che si dice abbiano dato origine allo spettacolo a cui ancora si può assistere oggi. Lo scontro avviene tra i nobili (gli aranceri che stanno sui carri) e i popolani (gli aranceri che combattono a piedi, come cavalieri), divisi in 9 squadre distinte e rivali.

La rivolta popolare si dice che abbia avuto inizio quando, nel 1200, il governante di Ivrea rapì una giovane mugnaia per il rito della Ius Primae Noctis, ovvero il diritto del padrone di usufruire della verginità di una novella sposa appartenente al popolo. Non potendosi apertamente opporre a questa “tradizione”, la mugnaia si dice che abbia fatto ubriacare il governante e che gli abbia tagliato la testa. Questo evento ha dato origine alle rivolte popolari e agli scontri tra popolo e nobiltà. Il simbolo sono diventate le arance, frutto esotico e quindi simbolo della ricchezza nobiliare.

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