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Carolina Marconi, nessuna adozione: “Non idonea perché ho avuto un tumore”

“NOI NON SIAMO IL NOSTRO TUMORE”, l’appello di Carolina Marconi. Una nuova battaglia per riconoscere il diritto all’oblio oncologico dopo essere risultata “non idonea” all’adozione

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Carolina Marconi Instagram

Carolina Marconi: il tumore al seno e il sogno di diventare mamma

Carolina Marconi torna a parlare sui social dopo aver già raccontato la sua personale storia e la sua battaglia contro il tumore in un libro, Sempre con il sorriso – La Storia della mia battaglia più difficile. Un tumore scoperto quasi per “caso”, dopo essersi sottoposta ad alcuni esami per avverare il suo forte desiderio di maternità. Un desiderio che, di nuovo, incontra ostacoli: sui social la Marconi ha recentemente raccontato infatti di non essere risultata “idonea” all’adozione di un bambino.

Carolina Marconi, il sogno: “Se non riuscirò a diventare mamma adotterò un bambino”

Torna sui social Carolina Marconi, sconfortata e giù di morale. Straordinaria nella sua lotta e nel suo coraggio, ma soprattutto anche nella volontà di condividere il suo percorso in nome di tutte le donne che, silenziosamente, hanno condiviso con lei il campo di battaglia. Intervistata in passato da Eleonora Daniele a Storie Italiane, la Marconi aveva confessato il suo grande desiderio di diventare un giorno mamma. Un sogno che non ha mai abbandonato né durante né dopo la sua lotta contro il tumore al seno (scoperto, ai tempi, proprio dopo una mammografia a cui si era sottoposta per intraprendere il percorso di fecondazione assistita): “Se non riuscirò a diventare mamma adotterò un bambino. Diventerò mamma punto, se il bambino sarà adottato ancora meglio. I figli sono di chi li cresce e non di chi li fa“, aveva dichiarato la Marconi.

L’appello alle Istituzioni e la campagna AIOM: “NOI NON SIAMO IL NOSTRO TUMORE”

Carolina MArconi adozione figlio
Il post su Instagram di Carolina Marconi

Anche per l’adozione però sembra essere impervia la via: “Io e Ale [il compagno AlessandroTulli ndr.] avevamo pensato di adottare un bimbo visto le tante difficoltà… Ci stiamo facendo seguire da un avvocato ma purtroppo non sono idonea ad intraprendere un’adozione perché ho avuto un tumore anche se sono guarita“, scrive la Marconi. Forte lo sgomento e il pensiero va a chi, come lei, si trova davanti ad un ennesimo muro: “Più di 900mila persone in Italia ‘guariti di tumore’ non possono essere libere di guardare il futuro senza convivere con l’ombra della malattia e per questo è molto difficile adottare un bambino, ottenere un mutuo, farsi assumere. Una vera e propria discriminazione“.

La legge sul diritto all’oblio oncologico: il vuoto italiano

Riflette la Marconi e soprattutto si appella alla politica italiana affinché anche l’Italia possa riconoscere il Diritto all’oblio oncologico: “Grazie all’associazione AIOM lancia una campagna per richiedere all’Italia di adeguarsi garantendo i diritti degli ex pazienti. Abbiamo raccolto 24mila firme, lo scopo è il raggiungimento di più di 100mila firme che verranno portate al Presidente del Consiglio per chiedere l’approvazione della legge“. Così arriva l’appello della Marconi, volto di una delle tante battaglie collaterali al grido di: “NOI NON SIAMO IL NOSTRO TUMORE“. In Italia al momento non esiste affatto una legge sul diritto all’oblio oncologico: per partecipare alla compagna è possibile firmare qui la petizione.

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