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Come mai tanti ristoranti stellati stanno chiudendo?

Il modello simbolo dell’eccellenza nel campo della ristorazione sembra essere al collasso

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Michelin stelle ristoranti

Dalle stelle alle stalle: la cucina di altissimo livello è in crisi

Simbolo inequivocabile di eccellenza nel campo della ristorazione, le stelle Michelin assegnate dalla famosa guida certificano i locali migliori al mondo in cui mangiare. Location che propongono piatti dal gusto eccellente, dal prezzo non proprio abbordabile per tutte le tasche, ma che a dispetto delle lunghe liste di attesa per trovare un tavolo libero sembrano trovarsi nel pieno di una crisi di settore. Negli ultimi mesi hanno infatti fatto notizia alcune chiusure eccellenti di ristoranti divenuti negli anni simbolo di lusso, eccellenza ed esclusività. Ma quali sono le cause della crisi che ha portato alcuni ristoranti stellati alla chiusura?

Ristoranti stellati: chiude anche il famosissimo Noma

Esempio clamoroso del momento difficile che sta attraversando la ristorazione è stato l’annuncio fatto da René Redzepi, chef del Noma (eletto nel 2021 miglior ristorante al mondo), che ha dichiarato come entro il 2024 chiuderà i battenti dopo oltre 20 anni di attività. Costi troppo elevati (le perdite del fatturato nel 2021 sono state di oltre 200mila euro), così come i ritmi di lavoro, obbligheranno dunque il cuoco a ripensare completamente al modello di business.

In Italia le cose non vanno meglio: “Crisi impressionante”

Restando in Italia, a chiudere per rinnovarsi nella struttura e nella formula sarà ad esempio il St. Hubertus di San Cassiano (guidato dallo chef Norbert Niederkoffer), che seguirà quanto fatto da Filippo La Mantia al Mercato Centrale di Milano. Le noti dolenti sono rappresentate dai costi, ingenti per usare un eufemismo, ma anche la difficoltà a rintracciare personale. “Tutti parlano di un’evoluzione della ristorazione, ma secondo me stiamo assistendo a un’involuzione. Questo settore sta vivendo una crisi impressionante: c’è una fame di personale cronica”, ha dichiarato lo chef La Mantia, che riapre un tema già affrontato tempo fa da Alessandro Borghese.

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