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Giorgio Armani: L’Addio al Re della Moda che ha Cambiato il Costume

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È venuto a mancare oggi, 4 settembre, a 91 anni, Giorgio Armani, icona incontrastata della moda e dello stile contemporaneo. L’infaticabile stilista si è spento nella sua casa di Milano, dove era in convalescenza, continuando a lavorare fino all’ultimo. Pur non potendo presenziare alle recenti sfilate, ha seguito le prove via Facetime, confermando la sua dedizione totale al lavoro. La sua scomparsa arriva poco prima di quella che sarebbe stata la sfilata per celebrare i 50 anni di carriera, un traguardo che testimonia la sua incredibile longevità e rilevanza nel mondo della moda.

L’Inventore dello Stile e il Coraggio di Dire la Verità
Giorgio Armani non è stato solo uno stilista, ma un vero e proprio “liberatore” delle donne e un inventore di modi di essere. La sua visione, unica nel panorama della moda, lo ha reso paragonabile solo a Coco Chanel per l’influenza sul costume. Ha sempre messo chi indossa i suoi abiti al primo posto, anteponendo l’eleganza alle tendenze del momento. Il suo coraggio nel dire la verità è emerso chiaramente nel 2020, quando si scagliò contro gli stilisti che “stuprano” le donne con abiti non adatti, una dichiarazione che scatenò polemiche ma che tutti alla fine riconobbero come fondata.

Dalla Rinascente a un Impero Globale
La storia di Giorgio Armani è un’ascesa che parte da umili inizi. Dopo aver abbandonato gli studi di medicina, trova lavoro come vetrinista e commesso alla Rinascente di Milano. Qui impara i segreti della moda e attira l’attenzione di Nino Cerruti, che gli affida la sua collezione. Con l’incoraggiamento del suo socio Sergio Galeotti, nel 1975 fonda il marchio Giorgio Armani con sede in corso Venezia. In poche settimane, il suo debutto in passerella con la collezione primavera/estate 1976 è un trionfo, che segna l’inizio di una nuova era per la moda italiana.
La Rivoluzione della Giacca Destrutturata e l’Affetto del Pubblico
La sua rivoluzione estetica raggiunge l’apice nel 1980 con l’invenzione della giacca destrutturata. Privandola delle imbottiture rigide, Armani la rese morbida, comoda e moderna, anticipando le esigenze di un pubblico in cerca di una nuova identità. Il successo fu tale che nel 1982 Time gli dedicò una copertina, un onore che prima di lui era toccato solo a Christian Dior. Il suo carisma non si limitava solo al mondo della moda: ammirato dagli addetti ai lavori, era un vero e proprio divo per il pubblico, che amava incontrarlo per strada, nel suo studio o in boutique, dove si concedeva sempre per una foto o un saluto.
Da Emporio Armani alla Fondazione per il Futuro del Brand
L’impero di Armani si è espanso con linee come Emporio Armani, lanciata nel 1981 per i più giovani, e la linea sportiva EA7, che ha vestito anche la squadra italiana alle Olimpiadi. Il suo talento si è ramificato anche nel design d’interni, con la linea casa e gli Armani Hotel, e nel cinema, con la sua collaborazione per film iconici come American Gigolò. La scomparsa nel 1985 del suo compagno e socio Sergio Galeotti fu un duro colpo, ma Armani riuscì a guidare l’azienda nella sua fase di massima espansione, circondato dai suoi collaboratori più fidati e dalla famiglia. Per assicurare il futuro del suo marchio, ha creato una Fondazione, garantendo che il brand rimanga nelle mani della famiglia.
Giorgio Armani: lo Stile e l’Umanità di un Genio
La sua eredità non si esaurisce negli abiti. Armani ha rivoluzionato il modo di comunicare la moda e ha dimostrato una profonda umanità, come quando nel 2020 fu il primo stilista a rinunciare alla sfilata dal vivo a causa della pandemia, o quando, in segno di rispetto per le vittime della guerra in Ucraina, sfilò senza musica. La sua autenticità, il suo spirito instancabile e la sua capacità di precorrere i tempi hanno reso Giorgio Armani non solo un’icona di stile, ma una figura che ha segnato profondamente la cultura contemporanea, rendendolo un mito per sempre.
