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Giovanni e Pietro Crozza-Signoris: i figli di Maurizio Crozza e Carla Signoris pronti a conquistare il cinema
Intervistati da La Stampa, i due giovani artisti raccontano i loro cortometraggi, il peso del cognome e l’eredità di due genitori celebri
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Giovanni e Pietro Crozza-Signoris hanno 27 e 25 anni e un destino che, almeno in parte, sembra scritto: il mondo dello spettacolo. Figli di Maurizio Crozza e Carla Signoris, hanno però scelto di percorrere strade personali e complementari: uno come attore, l’altro come regista. Un percorso condiviso che prende forma in due cortometraggi autoprodotti, Effetto bozzolo e Phobos, di cui sono anche interpreti.
Intervistati da La Stampa, i due fratelli si raccontano senza filtri, parlando di ambizioni, formazione, famiglia e di quel doppio cognome che inevitabilmente attira attenzioni e aspettative.
Il peso (e la forza) di un doppio cognome famoso
Essere Crozza e Signoris non è mai stato un dettaglio trascurabile. Giovanni e Pietro lo sanno bene e lo hanno imparato fin da piccoli.
«Dell’essere Crozza e anche Signoris ce ne siamo fatti una ragione presto. Anzi, ci ha rafforzati», racconta Pietro. «Sappiamo come la gente si avvicina o si allontana quando sente come ci chiamiamo. Abbiamo imparato a farci scorrere addosso le reazioni».
Una consapevolezza maturata nel tempo, che li ha aiutati a costruire un’identità artistica autonoma, senza negare le proprie origini ma senza viverle come un alibi.

Il sostegno (realista) di Maurizio Crozza e Carla Signoris
Maurizio Crozza e Carla Signoris non hanno mai ostacolato i sogni dei figli, ma neppure li hanno illusi.
«I nostri genitori ci hanno sempre sostenuto, ma non ci hanno mai nascosto le difficoltà», spiega Giovanni. «Ci hanno educati all’impegno e alla fatica nello studio e nel lavoro».
Crozza, in particolare, non ha mai risparmiato avvertimenti molto concreti: «Al cinema si resta disoccupati in un attimo», una frase diventata quasi proverbiale in famiglia. Pietro aggiunge con ironia: «Un’altra frase iconica di papà è: “Ci toccherà mantenervi fino a 90 anni”».
Genitori presenti, senza essere bacchettoni
Alla domanda su che tipo di genitori siano stati Crozza e Signoris, la risposta è chiara: «Severi il giusto, ma mai bacchettoni». Carla Signoris, in particolare, ha fatto una scelta importante: «Mamma ha rinunciato per anni alla sua carriera per non lasciarci soli», raccontano.
Un sacrificio che i figli riconoscono oggi con gratitudine, consapevoli dell’equilibrio delicato tra vita privata e professione artistica.
Ironia in famiglia e passioni condivise
Tra i ricordi più divertenti c’è quello legato a uno sketch televisivo di Carla Signoris. «A La tv delle ragazze interpretava la “Mamma Elicottero”, una madre iperprotettiva che piombava dal cielo per controllare il figlio, che ero io», racconta Giovanni.
«L’abbiamo presa in giro tantissimo, ma la verità è che non era affatto così», precisa. Pietro scherza: «O forse lo era, ma abbastanza furba da non farsene accorgere».
Ancora oggi, in famiglia, il cinema è terreno di confronto acceso: «Partono discussioni feroci, tutti contro tutti, ognuno con la propria idea assoluta da difendere, ma sempre con ironia e grandi risate».
Uno sguardo al futuro tra studio e identità personale
Nonostante l’entusiasmo, Giovanni e Pietro Crozza-Signoris restano con i piedi per terra. «Stiamo cercando di capire cosa sia per noi il cinema», spiegano. La strada è lunga e la priorità, per ora, è completare la formazione e affermarsi come individui, prima ancora che come “figli di”.
Un approccio maturo e consapevole, che racconta due giovani artisti determinati a costruire il proprio percorso, senza scorciatoie ma con una solida eredità culturale alle spalle.