Libri
Ho letto il libro di Lorenzo Biagiarelli e mi ha fatto male, “come il brasato”
Qualunque cosa decidiate di mangiare nella vita, una volta arrivati a pagina 205, la mangerete meglio

Ho mangiato troppa carne, dice Lorenzo Biagiarelli fin dal titolo ma chiunque avrร il coraggio di arrivare a pagina 205 condividerร , lo penserร e lo farร con una punta di orgoglio, senza retoriche e stucchevoli mea culpa, con fierezza e qui (primo spoiler) risiede la grandezza di questo libro. Quasi tutti gli articoli che si propongono di recensire unโopera sono soliti avere come incipit un aggettivo per lo piรน desueto, emblematico ma anche accattivante che in genere qualifica molto piรน il lettore che il libro stesso. Quando non รจ un aggettivo รจ una locuzione ordinaria come โmi รจ capitato recentemente di imbattermiโฆโ. Pertanto.
Mi รจ capitato recentemente di imbattermi nel libro di Lorenzo Biagiarelli, edito da Cairo, Ho mangiato troppa carne: insigne ed elegiaco.
Premessa 1: partivo avvantaggiata perchรฉ non sono mai stata una gran divoratrice di carne, svantaggiata perchรฉ non divoro nemmeno i libri. Leggo solamente i libri che mi piacciono e non di rado mi capita di non finirli per lo stesso motivo. Il libro di Biagiarelli lโho letto tutto. Fino a โprinted in Italyโ. Lโho letteralmente sbranato in unโandata e ritorno in treno Torino Porta Nuova – Bordighera, Bordighera – Torino Porta Nuova.
Premessa 2: quando lโho comprato coltivavo dentro di me il seme del pregiudizio non tanto verso la materia quanto piรน verso lโautore: proprio lui, Lorenzo Biagiarelli. Pregiudizio volgarotto forse solo mio, da perdonare, o forse collettivo. Fatto sta che quando ho riposto il libro nello zaino, lasciandomi alle spalle la cassa, ammetto di aver pensato โho comprato il libro del fidanzato di Selvaggia Lucarelliโ. Insomma, la becera metonimia, la teoria del contrappasso di Fedez, il marito di Chiara Ferragni. E poi lo posso dire? Proprio Selvaggia Lucarelli in questo caso era LA garanzia. Insomma, se รจ arrivata persino a conviverci, โsto Lorenzo tanto malvagio non sarร .
Qualcosa perรฒ, giร dalla scelta del titolo, mi suggeriva che per quanto potenzialmente deludente dovevo dargli comunque lโoccasione di deludermi. Ora che lโho letto lo posso dire (e quando lo avrete letto lo capirete): lโho comprato con lo spirito di chi ordina il brasato, “volevo che mi facesse male“, cit. (Spoiler due): fa male davvero, ma non delude per niente.ย
Cosรฌ ho dato una scettica chance a questo giovane chef che cucinare sรฌ, abbinare i colori no, ballare ni, scrivere chissร โฆ
Ora finalmente posso andare a dormire serena: Lorenzo Biagiarelli sa scrivere e pure molto bene. Non avevo mai letto un intero libro sulla materia, avevo tuttavia unโinfarinatura generale su allevamenti intensivi, galline ovaiole e consapevolezza del drammatico impatto ambientale dellโindustria della carne e a maggior ragione, quando ho letto che Biagiarelli si proponeva di rispondere alla domanda โperchรฉ mangiamo animali e cosa succederร se non smettiamo di farloโ in 200 pagine, ho ulteriormente alzato la guardia. โIn cosรฌ poco spazio sarร sicuramente un accennare senza approfondire, un fare riferimento a studi terzi, un continuo rimandare ad altri libri, un perpetuo innescare curiositร senza soddisfare la fame di risposteโ. E invece no.
Dallโaneddotica cremonese e familiare, allโanalisi oggettiva e puntuale con riferimenti a dati statistici, da quanto costava 1 kg di mortadella in Italia nel 1950 a quanti milioni di maiali vivi ci sono per singolo abitante in Cina, cโรจ tutto. Numeri, studi ma anche antropologia, storia, mitologia e tutto fila in maniera lineare. Domanda e risposta, dialoghi con biologi, attivisti, allevatori. E poi una quantitร infinita di riferimenti biografici a documentari, film, libri, saggi. E ancora storie di viaggi e vermi solitari, di ignoranza e parole ombrello, di โfabbrica del dubbioโ. Una piccola enciclopedia che se dovessi riassumere, come minimo, userei 50 pagine in piรน.
Senza fortunatamente doverlo riassumere, penso che Ho mangiato troppa carne sia un libro che DEVE essere letto, prima di tutto, da chi la carne la ama, da chi non ha il dubbio, da chi non ha alcuna intenzione di farne a meno, da chi non vuole cambiare idea, da chi non vuole alternative perchรฉ non si pone proprio il problema. Se non ve ne frega assolutamente niente di sapere come funziona lโindustria della carne, che tipo di impatto ha sul singolo e sulla societร , cosa significhi โallevamento intensivoโ, se non vi interessa minimamente sapere perchรฉ Biagiarelli oggi vive di seitan, allora questo libro fa per voi.
Come spoileravo al principio, qui risiede la grandezza di un libro che smantella pregiudizi tenendosi alla larga dallโessere pregiudizievole. Agli atti, il pregiudizio รจ proprio lโunica cosa che manca in queste pagine che non mancano perรฒ di risposte a tutte le domande che possono venirvi in mente o che non vi sono venute in mente mai.
Cosa dovrei mangiare se non la carne? Ma poi perchรฉ non dovrei? Aspetta, ma perchรฉ mangio la carne? Da quando mangio carne? Che cosโรจ che mangio quando penso di mangiare carne? Quanta ne mangio? Da dove arriva la carne che mangio? Cโรจ il maiale e cโรจ la salsiccia, ma come fa un maiale a diventare salsiccia? Perchรฉ cavolo non mi sono mai fatta queste domande prima?
Ancor piรน delle risposte perรฒ, Ho mangiato troppa carne ha soddisfatto un bisogno che non sapevo di avere: la necessitร e il dovere di essere consapevole. Libera e consapevole. Non cโรจ nessun Lorenzo Biagiarelli nei panni di Grande Inquisitore dostoevskjano che vi imporrร di correggere il vostro essere genericamente onnivori per non dire carnisti. Leggete questo libro se amate la carne dunque ma soprattutto se amate la libertร perchรฉ non sarร il fidanzato di Selvaggia Lucarelli a farvi smettere di mangiare animali, o forse sรฌ, ma qualunque cosa facciate, chiuso il libro, qualunque cosa decidiate di fare, la farete meglio.
