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LIFESTYLE

Il rapporto tra moda e videogiochi: ecco lo stile dei gamer

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La relazione tra moda e videogiochi si è fatta sempre più stretta negli ultimi anni, trasformando un semplice interesse ludico in una vera e propria forma di espressione estetica. Il gaming non è più soltanto un’attività da praticare davanti allo schermo, ma una cultura a tutti gli effetti che si manifesta anche nel modo di vestire, negli accessori e nelle collaborazioni tra brand. Quello che fino a poco tempo fa era considerato un mondo separato da quello delle passerelle è oggi un crocevia di influenze reciproche, che coinvolgono marchi di alta moda, streetwear e community di gamer sempre più attente all’identità visiva.

La tendenza può riguardare più ambiti del gaming, dai videogiochi tradizionali fino a quelli che si sono diffusi grazie ai social media, passando per le sale da gioco virtuali dove non si trovano solo il poker o il burraco online come si potrebbe pensare, ma anche diversi titoli di slot con riferimenti vari al cinema e dunque alla moda di un tempo. Vale però anche il discorso inverso, in quanto molti fan dei giochi amano somigliare ai loro beniamini digitali, replicandone look, colori e accessori, sia nella vita reale che online, soprattutto nelle piattaforme in cui è possibile creare un avatar personalizzato.

Diversi brand di moda hanno compreso il potenziale comunicativo del gaming e hanno scelto di avvicinarsi a questo mondo con collezioni dedicate. Louis Vuitton è stato tra i pionieri, collaborando con League of Legends per una capsule collection esclusiva, sia fisica che digitale. Anche Balenciaga ha lanciato una linea dedicata all’universo videoludico, comparendo persino all’interno di Fortnite, uno dei giochi più popolari al mondo, con skin e outfit acquistabili in-game. Gucci, invece, ha ideato un’esperienza virtuale immersiva su Roblox, dove gli utenti potevano esplorare spazi digitali e acquistare abiti griffati per i propri avatar.

Oltre all’alta moda, anche lo streetwear ha trovato nel gaming una nuova arena di comunicazione. Marchi come Adidas, Nike e Puma hanno collaborato con giochi come FIFA, NBA 2K o Animal Crossing, sfruttando la visibilità dei titoli per promuovere collezioni reali. La contaminazione, però, non si ferma all’interno dello schermo: sempre più gamer professionisti e streamer si presentano in live con outfit curati, diventando a loro volta influencer in grado di dettare tendenze nel modo di vestire. Lo “stile da gamer” si è evoluto da look casual e funzionale a uno stile distintivo che mescola capi tecnici, accessori hi-tech e richiami all’estetica cyberpunk o rétro, a seconda dei gusti.

Anche le aziende tech stanno cavalcando questa ondata con prodotti pensati per il pubblico gaming, non solo a livello di prestazioni ma anche di design. Tastiere RGB, cuffie con finiture personalizzate, sedie da gaming dalle linee futuristiche: ogni elemento dell’esperienza videoludica è sempre più integrato con una componente estetica che comunica appartenenza e stile. Alcuni marchi producono persino abbigliamento da gaming pensato per il comfort durante le lunghe sessioni, ma senza rinunciare a un look distintivo.

Nel frattempo, anche il fenomeno del cosplay contribuisce ad alimentare il legame tra moda e giochi, spingendo sempre più persone a replicare nei minimi dettagli il vestiario dei loro personaggi preferiti. Non si tratta più solo di travestimenti per eventi o fiere, come nell’ormai celebre Lucca Comics: molti designer emergenti prendono ispirazione proprio dal character design dei videogiochi per creare capi unici, capaci di esprimere una personalità ibrida tra il mondo reale e quello digitale.

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