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MUSICA

Iva Zanicchi al Festival di Sanremo: 7 curiosità sull’Aquila di Ligonchio

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Iva Zanicchi

Iva Zanicchi: una carriera divisa tra musica e tv, ricca di successi e aneddoti

Iva Zanicchi è una vera e propria veterana del Festival di Sanremo e nell’edizione 2022 proverà a vincere per la quarta volta la manifestazione canora più importante d’Italia. Nonostante la sua fama però, forse non tutti sanno alcuni aneddoti della sua vita che spiegano molto della personalità di Iva. Scopriamo insieme 7 curiosità sulla vita e la carriera di Iva Zanicchi.

1. Papà Zèfiro e Mamma Elsa: i genitori di Iva Zanicchi

Iva Zanicchi è nata a Vaglie, frazione di Ligonchio, nell’Appennino Reggiano, il 18 gennaio del 1940. Il padre, Zèfiro Zanicchi, era operaio alla Edison, industria tra le più importanti nell’Italia del Novecento; la madre, Elsa Raffaelli (figlia di Dasolina), amava accompagnare con il canto le faccende domestiche.

2. Iva e Orietta Berti, un’amicizia che dura da 60 anni

In occasione del debutto come cantante al Festival del Disco d’Oro di Reggio Emilia, nel 1961, Iva gareggiò assieme ad altre due promesse della canzone italiana: il sedicenne dell’Appennino Bolognese Gian Luigi Morandi (che già si faceva chiamare Gianni) e una diciottenne di Cavriago, un paesino vicino a Ligonchio, Orietta Galimberti (che poi abbrevierà il cognome in Berti). Con questa ragazza Iva strinse un rapporto di amicizia e colleganza che andrà avanti fino ai giorni nostri, quando entrambe saranno riconosciute tra le più famose cantanti italiane di sempre.

3. “Canti tutta!”

Come raccontava il giornalista della Domenica del Corriere Gigi Speroni (che il 19 luglio 1967 sarebbe stato a Bologna testimone di nozze per lo sposo di Iva, l’oggi scomparso discografico Tonino Ansoldi) nelle note di copertina del primo LP della Zanicchi, pubblicato per il Natale del 1965, l’Aquila di Ligonchio colpiva non solo per il grintoso timbro vocale, ma anche per una gestualità molto incisiva, tanto che una sera, durante uno spettacolo in pubblico, un ammiratore le urlò estasiato: “Iva, tu canti tutta!”.

4. Iva Zanicchi, la regina delle gare: le finali di Canzonissima

Oltre al Festival di Sanremo, da lei vinto tre volte, Iva Zanicchi ha partecipato numerose volte a Canzonissima, la gara canora televisiva i cui giudici erano i telespettatori (che votavano con apposite cartoline postali), entrando in finale dapprima nel 1966 con il brano Monete d’oro e poi per tre anni consecutivi, cioè nel 1970 con Una storia di mezzanotte, scritta da Nicola Di Bari; nel 1971 con la bellissima Coraggio e paura, canzone che parla di tre aspiranti suicidi che spiegano le motivazioni del loro estremo gesto, e nel 1972 con la passionale Mi ha stregato il viso tuo.

5. Iva Zanicchi e Un disco per l’estate

Meno fortunate le partecipazioni di Iva al concorso organizzato da RadioRAI Un disco per l’estate, le cui finali si svolgevano a metà giugno a Saint Vincent. A parte l’ottimo piazzamento (e relativo successo internazionale) de La riva bianca, la riva nera nel 1971 ed anche il buon esito, nel 1966, di Fra noi (è finita così), scritta ma non firmata da Giorgio Gaber, poco successo hanno avuto Quel momento (1967) e la pur semifinalista Nonostante lei, composta da Tony Renis (1972).

6. La canzone in inglese per un film di spionaggio e la pubblicità delle automobili

Due chicche (una delle quali è ghiotta per i collezionisti): nel 1966 Iva inserì sul lato B del 45 giri di Fra noi (è finita così) una canzone in inglese per un mediocre film di spionaggio intitolato Goldsnake-Anonima killers. Nel 1969, invece, l’Aquila di Ligonchio prestò la propria voce alla pubblicità cinematografica di una nota industria automobilistica statunitense che “apre la via”, come recitava la versione italiana del jingle, cantata appunto da Iva e disponibile anche su un disco promozionale molto ricercato.

7. Iva Zanicchi scrittrice autobiografica

Negli anni in cui divenne personaggio televisivo che non musicale, Iva Zanicchi sperimentò la via della narrativa e scrisse il romanzo autobiografico Polenta di castagne (2001), pubblicato da Mondadori e dedicato agli anni dell’infanzia e dell’adolescenza vissuti nella campagna reggiana. Nell’autunno 2019, alla vigilia del suo ottantesimo compleanno, è uscita invece, per Rizzoli, un libro più biografico che narrativo dal titolo Nata di luna buona.

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