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La Bella e la Bestia: il capolavoro Disney tra critiche e strampalate teorie

La Bella e la Bestia: alcune delle critiche e delle teorie più bizzarre che resistono da 30 anni

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La bella e la bestia

La Bella e la Bestia: 30 anni di danze e romanticismo

La Bella e la Bestia, cartone animato Disney del 1991, è scolpito nel cuore di molti di noi, tanto che qualcuno ha storto il naso quando hanno leggermente modificato i testi delle canzoni nel live action del 2017. Tutto, dai personaggi alla storia alle animazioni magistrali, ci ha fatto innamorare. E Gaston è uno dei cattivi Disney più temibili, forse non era potente come Ursula o Ade, ma metteva i brividi perché verosimile.

Tanti Gaston esistono, sono esistiti ed esisteranno, uomini che hanno paura delle donne e che devono dare continue dimostrazioni di virilità per sentirsi ammirati.

Belle non aveva la Sindrome di Stoccolma

La bella e la bestia

A 30 anni dall’uscita del film alcune critiche e teorie bizzarre persistono. La critica più comune e che è dovuta a una lettura superficiale dell’opera è l’ipotesi che Belle in realtà non si sia innamorata realmente della Bestia, ma che soffra della Sindrome di Stoccolma, quella che  porta l’ostaggio ad affezionarsi in modo tossico al proprio rapitore. A rispondere ci ha pensato, fra gli altri, Emma Watson, che conosce bene Belle perché l’ha interpretata nella versione del 2017. Belle non presenta nessuno dei sintomi tipici della sindrome, mantiene la sua indipendenza, la sua libertà di pensiero e non è mai costretta dalla Bestia a fare nulla, da un certo punto in poi sceglie liberamente di restare e di andarsene.

Un principe di soli 21 anni condannato per sempre?

Una critica più fondata riguarda le tempistiche della maledizione che colpì la Bestia prima dell’arrivo di Belle. Da bel principe, una fata lo tramuta in bestia per dargli una lezione e gli regala una rosa incantata. Il fiore comincia a perdere petali ai 21 anni del principe e quando li perde tutti il principe è condannato a conservare il suo aspetto terribile per sempre. Più tardi, nel film, Lumière dice che è da 10 anni che la maledizione va avanti e vediamo che i petali cominciano a staccarsi. Se ne deduce che il principe abbia 21 anni. Come si fa a condannare per sempre un ragazzo così giovane, solo perché non ha trovato l’anima gemella? Come faceva a trovarla, standosene tutto il tempo chiuso in un castello senza Tinder? Per questo il Live Action ha aggiustato gli anni della Bestia. La cosa però non stupisce, se pensiamo che Biancaneve non aveva compiuto i 15 anni quando morse la mela.

Una semplice stanza con sedie rotte o un cimitero?

C’è poi una teoria, inquietante ma anche divertente, che riguarda gli oggetti del castello. Come sappiamo, alcuni in realtà sono persone, come l’orologio, il candelabro e molti altri, maledetti insieme al principe. Quindi la stanza con le sedie sfondate, dove la Bestia va a sfogarsi, potrebbe essere benissimo un cimitero.

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