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TV e SPETTACOLO

L’anno che verrà: la Tv al Roxy Bar alle prese con le prove di futuro

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Tv show palinsesti

Così è giunto un nuovo inizio di settembre, ultimo momento di quiete prima della tempestosa stagione televisiva, e anche quest’anno possiamo immaginare le grandi reti italiane, ognuna diversa e impegnata a rincorrere i suoi guai, sedute al tavolo del Roxy Bar, non prese a godersi un buon whisky come nel famoso locale citato da Vasco (ma la cui paternità appartiene a Leo Chiosso), bensì a spartirsi sostanziosi piatti fatti di ascolti, ai quali nessuno in questo periodo può proprio permettersi di rinunciare. Commensali che, mentre dialogano confidenti in loro stessi e nel lavoro di pianificazione fatto (ma anche timorosi che la pensata grossa l’abbia avuta qualcun altro), si studiano, si confrontano e talvolta si scopiazzano cercando di tenere salda la rotta mantenendo d’occhio le reciproche scie, perché sebbene la meta sia comune e conosciuta da tutti, il percorso per giungervi sani e salvi non è altrettanto certo.

Finché la barca va…

La svolta che si annuncia con ormai troppo facile inerzia ad ogni nuova novità, quest’anno è vera, il grido “al lupo, al lupo!” è più che mai motivato dai cambi di dirigenza, dai cambiamenti del settore e dalla consapevolezza che il tanto caro pubblico è in fondo un po’ come il vicino di casa, si pensa di conoscerlo da ciò che si scorge di lui, ma la realtà può essere ben diversa. In tempi di forti incognite ci si aggrappa così a ciò che si ritiene più resistente agli scossoni del cambiamento, che nel caso dei nostri protagonisti (Rai, Mediaset, La7 e Discovery) vuol dire programmi e trasmissioni consolidate, affidate a conduttori portatori sanissimi di share. Ciò che ben è andato finora deve continuare ad andar bene ed essere in grado di sostenere l’innovazione che le reti sono forzatamente chiamate a portare in televisione in un periodo storico che la vede confrontarsi con gli spietati colossi dello streaming web.

Osare farà la differenza

Quali sono dunque le armi che possiedono oggi queste entità per continuare ad essere credibili e determinanti distributori dei contenuti formativi, informativi ed intrattenitori nazionali? Cosa hanno pensato le menti e le mani operanti al telaio dei palinsesti 2021-22 per contrastare la catalizzazione esercitata dallo streaming e dal podcasting? Le parole chiave saranno eventi, serate esclusive e contenuti unici ed originali, da contrapporre alla potenza di fuoco delle piattaforme à la Netflix: ogni settimana di programmazione televisiva dovrà suscitare attesa nel pubblico e trasmettere una sensazione di imperdibilità. Questo è quanto si sono proposti di fare con decisione tanto Mediaset quanto Rai ed è per questo che vedremo show come Da Grande andare in onda due serate due, I miei primi 60 anni, autocelebrazione una tantum firmata Rai2 e Arena ’60’70’80 che renderà la musica protagonista (sempre per 2 serate) ad inizio stagione, ideale legame con gli ancora sentiti successi di Festival ed Eurovision e anticipazione dell’attesissimo Sanremo 2022. Mediaset omaggerà poi dal canto suo Iva Zanicchi con D’Iva, Nove celebrerà il primo trentennio di carriera del trio Aldo, Giovanni e Giacomo, Focus dedicherà 41 ore alla lettura integrale della Divina Commedia e via dicendo… Per non esagerare con la competizione, che sarà comunque altissima, tutto sarà incasellato in slot “favorevoli”, per non bruciare i nuovi volti all’esordio e testare nelle migliori condizioni i nuovi prodotti.

Saper scegliere per cosa farsi scegliere

Varrà la pena dunque restare incollati allo schermo? L’utente stanco di vecchi schemi e copioni sarà rinvigorito da nuova linfa d’interesse? I contenuti annunciati appaiono eterogenei al punto giusto e competitivi con quanto offerto dai vari “prime, plus e ultra”, servirà forse solo crederci fino in fondo, senza vergogna alcuna di alzare la voce e rendersi un filino più cool, perché per quanto se ne dica, la tivvù resta ancora il più grande e seguìto influencer.

Podio Sanremo 2021

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