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Madonna senza veli a Cremona: il Pride sbaglia mira e fa male solo a sé stesso

La sfilata si trasforma in una polemica, che si poteva (e forse doveva) evitare

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Pride Cremona

Il Pride non riesce ancora a bastare a sé stesso, ma farsi dei nemici serve a poco

Che cos’è il Pride? Sì, è il nome che viene dato sinteticamente agli eventi rivolti alla manifestazione dell’orgoglio e dell’accettazione dei molteplici orientamenti sessuali, è una richiesta a gran voce di adeguamento legislativo per garantire ad ogni cittadino pari diritti civili, ma è anche un’occasione. Lo è per chi ne prende parte, per scegliere i migliori strumenti atti a raggiungere gli obiettivi dichiarati, ma lo è anche per chi osserva esternamente per comprendere ragioni, essenza e valori portanti del movimento.

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L’occasione persa della sfilata di Cremona

È un’occasione che si presenta ogni qual volta che si manifesta, con cortei, parate, incontri. È stata dunque un’occasione anche la sfilata avvenuta a Cremona sabato 4 giugno. Purtroppo, però, è stata un’occasione persa, o meglio, gettata in parte al vento.

Perché qualcuno ha scelto di realizzare un manichino volutamente provocatorio dalle fattezze ispirate alla Madonna. La figura denudata e agghindata in stile bondage (ma con immancabile velo) ha naturalmente e sciaguratamente trasformato una richiesta di tutela in immotivato attacco. Ha ridotto tutti i pro ad un becero contro.

Pride Cremona Madonna
Il manichino esibito durante il Pride di Cremona

Per carità, il Pride nella declinazione cremonese non è stato solamente quello, ma all’osservatore esterno, quello che deve e vuole comprendere, ascoltare, valutare la portata valoriale del movimento, quello salta all’occhio.

Il Pride cade vittima del fuoco amico

La domanda che può sorgere spontanea in chi ha visto davanti ai suoi occhi un corteo unito in coro dalle parole libertà, diritti, uguaglianza, accettazione, diversità, in chi ha voluto scrutare la natura di chi chiede che le discriminazioni vengano fermate, è la seguente: perché viene ridicolizzato un simbolo religioso? Che legame c’è tra una richiesta di diritti e la versione PornHub della Vergine?

Il problema del Pride è forse che non riesce ancora a essere solamente a favore di sé stesso. Ha (sebbene qualcuno dirà in parte, sebbene qualcuno dirà che quello non era Pride manco per niente) ancora bisogno di nemici? Questa strategia appare fallimentare. Se la comunità già pervasa dal Pride è ancora minoranza, quella ancora da convincere è la maggioranza. In questa si deve cercare somiglianza, non diversità. Va cercata solidarietà, ma bisogna prima mostrarla. Altrimenti ad alcuni appariranno davanti agli occhi contraddizioni insanabili e verrà esaurita la disponibilità all’ascolto.

La religione può, il Pride no

Il Pride è un movimento politico, perché chiede trasformazioni a questo livello. Il target della richiesta di cambiamento non può essere un altro soggetto, come la religione. Il Pride può essere “oltre” la religione, può essere “altro” rispetto ad essa, ma non può assolutamente permettersi di essere contro, anche nel caso che questa sia contro il Pride. Perché il rischio di essere strumentalizzati è davvero, davvero alto e il movimento non può cascarci.

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