Cinema e Teatro
🎬 Monica Guerritore è Anna Magnani: L’Omaggio Intimo All’Anima Più Umana del Cinema
L’attrice e regista Monica Guerritore ha presentato alla Festa del Cinema di Roma 2025 il suo film Anna, un’intensa biografia sulla Magnani che indaga i tormenti, le gioie e l’anticonformismo di “Nannarella” proprio nella notte della sua storica vittoria all’Oscar del 1956.
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Anna: Il Racconto Intimo della Notte dell’Oscar
Il film Anna, scritto e diretto da Monica Guerritore (che ne è anche l’interprete principale), è un omaggio intimo e affettuoso dedicato ad Anna Magnani. La narrazione si concentra in gran parte sul 1956, la notte in cui la Magnani si appresta a vincere l’Oscar come Miglior Attrice Protagonista per La rosa tatuata, pur restando a casa sua a Roma. È in questa lunga notte che si intrecciano ricordi, memorie e rivelazioni, ripercorrendo la vita della “Nannarella” fino alla sua scomparsa nel 1973.
I Tormenti e le Relazioni Chiave Ripercorse
La Guerritore non si limita a un’imitazione fisica, ma cerca di infondere l’anima tormentata e le imperfezioni della Magnani. Il film tocca i momenti cruciali della sua vita privata e professionale:
- La Storia con Rossellini: Viene ripercorso il doloroso amore con Roberto Rossellini e il suo abbandono per Ingrid Bergman, che fece sentire la Magnani come se avesse “perso tutto”.
- Il Figlio Luca: La nascita del figlio Luca e la sua malattia infantile (poliomielite) sono un punto focale.
- Carriera e Anticonformismo: Non mancano i flashback sui set (Suor Letizia, Risate di gioia) e in particolare la celebre scena della morte in Roma Città Aperta. Viene anche citato il suo rifiuto di interpretare Cesira in La Ciociara per non invecchiarsi e avere la giovane Sophia Loren come figlia.
L’Umanità come Arma Contro l’Algoritmo
Intervistata da Vogue Italia, Monica Guerritore sottolinea che la sua scelta di portare la Magnani sul grande schermo oggi è motivata dalla sua profonda e cruda umanità. La Magnani, con la sua “anima scoperta” e il rifiuto di essere “autentica” per imposizione, rappresenta un baluardo contro la crescente freddezza e la tirannia dell’algoritmo nel cinema contemporaneo. Guerritore vede in questo progetto la lotta contro un cinema che scarta interpreti e autori competenti per fare spazio a format e intelligenza artificiale.
Il Lato Tenero della Regia e la Dedica a Purgatori
Per Monica Guerritore, che vanta oltre 50 anni di carriera tra cinema e teatro, dirigere un film ha fatto emergere un lato di sé più dolce e tenero, opposto alla durezza che usa nel dirigere a teatro. Questo deriva dall’aver sofferto in prima persona il cattivo trattamento riservato agli interpreti sul set. Il film è dedicato allo scrittore e sceneggiatore Andrea Purgatori, l’unica persona che le è stata vicina e l’ha incoraggiata nel progetto, quando molti produttori lo consideravano non interessante o non finanziabile. La sua vicinanza, anche nel suggerire tagli alla sceneggiatura, è stata cruciale per la realizzazione del biopic.