Ieri, il 12 Gennaio 2022 Haruki Murakami ha festeggiato i suoi 73 anni, e con lui anche i suoi fan. Perché così come i lettori mondiali sono scissi tra instancabili ammiratori e irremovibili detrattori, anche il mondo critico o lo elogia o lo disprezza. Ma una cosa è certa: il fenomeno Murakami ormai è universale e va sicuramente riconosciuto come un importante risultato, innegabile sintomo della rilevanza dello scrittore nipponico.
Imprevedibilmente stravagante
Un esempio di fan art che ritrae il volto dello scrittore
Un uomo piccolino, dai lineamenti semplici, all’apparenza anonimo. Eppure, dentro la sua mente si celano mondi fantastici tutt’altro che banali, in cui le linee tra ciò che è autentico e ciò che è immaginario si intrecciano, creando una matassa nella quale viene difficile orientarsi se a fare da giuda è la pura razionalità. Nel momento in cui si apre un romanzo di Murakami si stringe con lui un patto silenzioso: “io mi dimentico della realtà che conosco e tu ne creerai una nuova per me”.
Neofiti, beati voi
Chi si è avvicinato da poco alla lettura di Murakami Haruki ha un grande privilegio: può cibarsi di sue parole potenzialmente per mesi interi, ininterrottamente. Chi invece è seguace di lunga data, è a bocca asciutta ormai da troppo tempo (o perlomeno così sembra). Certo, nell’ultimo paio di anni sono stati pubblicati in Italia alcuni suoi lavori, ma si tratta perlopiù di saggistica o racconti. Ciò di cui si ha veramente fame sono i romanzi, quelli lunghi, quelli complicati, quelli assurdamente irrazionali. Sono loro che ci tengono con un piede ancorato a terra, ma che permettono all’altro di fluttuare nell’aria. Quindi auguri Murakami, che tu possa godere di lunga vita e continuare a deliziarci con le tue storie strampalate.