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Raffaella Carrà: i momenti indimenticabili della televisione italiana

Tre iconici momenti della televisione, tre iconici momenti di Carrà

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La morte di Raffaella Carrà segna un’indelebile pagina nera per il mondo dello spettacolo che deve forzatamente dire addio a chi non avrebbe mai voluto dirlo. Immortale, antesignana, rivoluzionaria, iconica, unica: Raffaella Carrà è stata molto più che una conduttrice, molto più di una showgirl, molto più di un pilastro della tv italiana ma ne è stata l’essenza. Rivoluzionaria, trasgressiva, provocatrice, sexy, intelligentemente disarmante, iconicamente divertente, emancipatrice: a cavallo di una televisione pre e post-raffaellita c’è il mito: 3 magici momenti di indimenticabile storia del piccolo schermo.

Raffaella Carrà: la storia della televisione

Nel giorno della sua morte ricordiamo 3 dei momenti più iconici dal Tuca-Tuca all’intramontabile Carràmba! Che sorpresa: la storia di una diva attraverso le immagini, le musiche, gli stacchetti e i più acclamati fotogrammi della televisione italiana.

Raffaella Carrà e l’ombelico rivoluzionario

Difficile descrivere il successo di cui ha goduto Raffaella Carrà, iconica e immensa fin dalla giovanissima età quando per la prima volta varcava la soglia della Rai con la pancia scoperta, mostrando quello scandaloso ombelico capace di rivoluzionare la mentalità e la moda ora nella storia della televisione come decisivo spartiacque. Tra gli indimenticabili momenti c’è sicuramente quella volta, nel lontano 1971, a Canzonissima. Raffaella Carrà affiancava Corrado e nel farlo, sorridente e disarmante, abbatteva uno dei tanti muri grazie ad un dettaglio che, per la televisione dei tempi, non poteva che risultare del tutto scandaloso, al limite dell’accettabile: un ombelico scoperto, in bella vista. Fu rivolta, ribellione, fu Carrà.

Il tuca-tuca della Carrà: leggerezza e provocazione

C’è poi quel Tuca- Tuca, che ha inventato lei. Quella scanzonata, leggera e provocante canzone con tanto di balletto che viaggiava in coppia assieme all’ombelico. C’era Enzo Paolo Turchi, c’era la Carrà: ballavano e cantavano quel testo di Boncompagni, quel motivetto che rimandava ad un esplicito tocca-tocca, un divertito modo di spingersi oltre il confine di ciò che sarebbe potuto o dovuto essere andato in tv in fare di un vero e proprio atto di sdoganamento. E anche questo, fu Carrà: traghettatrice di un pensiero libero, emancipato. Scandalo e successo, e più la Carrà provocava con quel balletto, più chi la guardava imparava ad amarla con la consapevolezza che andarle dietro sarebbe valso la libertà.

Tuca Tuca - Raffaella Carrà con Pino Insegno - VFX Effetti Speciali RAI UNO

Carràmba, che Carrà: l’abbraccio a Maradona

Non si può non parlare poi di quelle lacrime spese da Diego Armando Maradona al suo fianco, la Carrambata per eccellenza: era il 1998, Maradona mancava in Italia da 7 anni e ne erano trascorsi 11 dallo scudetto del Napoli, e fu proprio Raffaella Carrà la fautrice del suo ricongiungimento commovente con l’Italia e con Napoli, quella Napoli che piangeva e cantava in una piazza del Plebiscito gremita di fronte ad un maxi-schermo mentre la Carrà palleggiava con il Dio del Calcio, lei, la Dea della televisione. Amici in cielo come in terra: l’immensa stima di Maradona per la Carrà lo spinse a forzare il cordone di sicurezza che avvolgeva la Carrà a Buenos Aires, un gesto costatogli una notte di prigione a soli 18 anni. Per quella diva italiana però, Maradona avrebbe fatto di tutto. Un tutto contemplato in quell’abbraccio a Carràmba! Che sorpresa!, quando a forzare il cordone delle imprese impossibili fu proprio la Carrà riuscendo nell’impresa di restituire all’amico Diego l’amore e l’affetto che l’Italia aveva in serbo da dargli.

MARADONA A CARRAMBA CHE FORTUNA CON TUTTA LA SQUADRA DEL NAPOLI dal 84/87 (°PARTE)2
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