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Storie di donne a 5 cerchi: perché le atlete olimpiche sono tutte…Portabandiere

Nicolò Vallone ci racconta il suo viaggio nell’universo olimpico

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Oksana Chusovitina, che a 46 anni, in una disciplina come la ginnastica in cui a 30 anni sei già anziana, disputa la sua ottava Olimpiade e chiude una carriera (e una storia di vita) straordinaria. Restando in tema, Gina Giavotti che da lassù guarderà commossa una trentenne Vanessa Ferrari riportare una medaglia (sempre d’argento, peraltro) nella ginnastica olimpica italiana. Dopo che lei, ad Amsterdam 1928, arrivando seconda insieme alle compagne della Pavese nella competizione a squadre, a 12 anni non ancora compiuti, divenne ed è tuttora la medagliata più giovane nell’intera storia delle Olimpiadi.

Flora Duffy che, al quarto tentativo, vince la gara di triathlon e rende le Bermuda il Paese più piccolo ad aver vinto un oro olimpico. Alessandra Perilli che sfata la beffa di Londra 2012 e porta a casa bronzo e argento nel tiro a volo, rendendo San Marino il Paese più piccolo ad aver vinto una medaglia olimpica.
Sempre a proposito di donne che demoliscono piattelli, la nostra Diana Bacosi che, dopo l’oro a Rio 2016, quasi si ripete e prende l’argento, sempre sostenuta dall’amica e collega Chiara Cainero.

Le judoka kossovare che per diversi giorni tengono il loro martoriato Stato davanti all’Italia nel medagliere, grazie agli ori di Distria Krasniqi e Nora Gjakova che proseguono la virtuosa tradizione iniziata a Rio 2016 da Majlinda Kelmendi, nei Giochi del debutto assoluto del Kosovo. La tennista portoricana Monica Puig che, a Rio 2016 prima atleta in assoluto di Portorico a vincere un oro, in un torneo clamoroso dove mise in riga nomi altisonanti, a Tokyo non ha potuto difendere il titolo a causa dei soliti problemi fisici, ma ha potuto quantomeno vedere una sua connazionale, l’ostacolista Jasmine Camacho-Quinn, salire sul gradino più alto del podio e far risuonare l’inno di un Paese che presto potrebbe non esistere più e diventare la cinquantunesima stella della bandiera statunitense.

Queste storie al femminile, provenienti da Tokyo 2020, hanno tutte un aspetto in comune: le loro protagoniste sono narrate in PORTABANDIERE – Storie di donne a 5 cerchi, una raccolta di 26 racconti su atlete olimpiche di ogni epoca, nazionalità e disciplina. Un libro che il sottoscritto ha avuto il piacere di scrivere insieme a Beppe Monighini, Micaela Comasini, Federica Palman e Sandro Ros, durante la primavera, in attesa che scoccasse finalmente l’ora delle Olimpiadi dopo il rinvio da coronavirus. Un’opera che è poi venuta definitivamente alla luce il 24 giugno per i tipi di Urbone, casa editrice di Gianluca Iuorio che svolge un prezioso lavoro nella nicchia della letteratura sportiva.

Tanti racconti in uno, per chi ama lo sport nella sua forma più universale

PORTABANDIERE è un viaggio variegato nella storia olimpica delle donne. Da Rosetta Gagliardi prima italiana a 5 cerchi oltre un secolo fa, fino alle tante atlete ancora in attività e che come accennato poc’anzi, con le loro gesta in questi Giochi stanno aggiungendo capitoli al nostro libro e paragrafi ai loro capitoli. Tante glorie azzurre come Josefa Idem e Jessica Rossi, strabilianti straniere come Dawn Fraser o Florence Griffith-Joyner, e sono solo alcuni nomi. Che si aggiungono a quelli fatti sopra, e che non sono ancora tutti. Senza dimenticare le Invernali e le Paralimpiadi, ovviamente… Ma non vorrete mica che vi spoileriamo l’indice!

Anche se altri due nomi, solo due, ve li sveliamo. Perché hanno partecipato con noi alle presentazioni ufficiali che finora hanno avuto luogo. Al Librificio del Borgo di Genova martedì 20 luglio era con noi Emanuela Pierantozzi, judoka e scultrice, due medaglie olimpiche all’attivo, protagonista di un racconto-intervista incluso nel libro. E alla libreria Belgravia di Torino il 31, abbiamo avuto con noi addirittura una coppia: Nadia Cortassa, la triatleta più forte di sempre, anche lei inclusa nella nostra raccolta, e l’allenatore-marito Andrea Gabba. Presentazioni che sono soprattutto vivissima occasione di confronto e dialogo su Olimpiadi, sport e vita. Altre date, altri luoghi, altre protagoniste del libro a fornirci la loro inestimabile testimonianza, seguiranno nei prossimi mesi.

Perché PORTABANDIERE, che trovate on line (www.urbone.eu) e in libreria e che non parla mica solo di portabandiera olimpiche, anzi, ma s’intitola così perché tutte le atlete che hanno partecipato, partecipano e parteciperanno alle Olimpiadi sono fiere portatrici della loro identità e delle loro lotte, vuole essere proprio questo: una stimolante oasi di passione a 5 cerchi. Che spazia da numeri e medaglie a emozioni e umanità, da monografie a panoramiche, da temi personali a generali.

Per prendervi per mano e ora entusiasmarvi, ora commuovervi, ora intrigarvi, ora stupirvi. E sempre appassionarvi, con la nostra stessa passione. Nicolò Vallone

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