Biografie
Tina Lagostena Bassi: la donna che ha dato voce alle vittime e cambiato la giustizia italiana

Una vita per il diritto e la giustizia
Tina Lagostena Bassi è stata una delle figure più influenti del Novecento italiano nel campo del diritto, della politica e dell’impegno sociale per la difesa dei diritti delle donne. Avvocata, parlamentare, attivista e comunicatrice, ha dedicato la sua intera esistenza alla battaglia contro la violenza di genere e le discriminazioni, diventando un punto di riferimento per intere generazioni di donne italiane.
Nata a Milano il 2 marzo 1926, si laureò in giurisprudenza scegliendo di specializzarsi in diritto di famiglia e diritto penale, con una particolare attenzione alla condizione femminile. In un’epoca in cui parlare di violenza sulle donne era ancora un tabù, Tina ebbe il coraggio di portare questi temi nelle aule di tribunale e sotto i riflettori dell’opinione pubblica.
Il processo del Circeo e la denuncia della vittimizzazione secondaria
Uno dei momenti più significativi della sua carriera fu il coinvolgimento nel processo per il massacro del Circeo, nel 1975, in cui difese Donatella Colasanti, unica sopravvissuta a un brutale stupro e omicidio. In quell’occasione, Lagostena Bassi sollevò il problema della vittimizzazione secondaria, cioè l’ulteriore trauma che le vittime subivano nei tribunali, dove spesso erano loro a dover giustificare il proprio comportamento.
Per la prima volta, riuscì a far entrare le telecamere della Rai in un’aula di tribunale durante un processo per stupro, contribuendo in modo decisivo a sensibilizzare l’opinione pubblica e a stimolare un cambiamento culturale profondo.
L’impegno civile e la nascita del Telefono Rosa
Negli anni ’80, Tina Lagostena Bassi fu tra le fondatrici del Telefono Rosa, uno dei primi centri italiani di ascolto e supporto per le donne vittime di violenza. In un tempo in cui mancavano servizi dedicati, il Telefono Rosa offriva aiuto psicologico, legale e pratico. Ancora oggi è un riferimento nazionale, e la sua nascita è indissolubilmente legata al nome di Tina.
L’ingresso in politica e la riforma della legge sullo stupro
Nel 1994, dopo una lunga carriera nella società civile, fu eletta deputata per Forza Italia. In Parlamento, presiedette la Commissione Nazionale per la Parità e le Pari Opportunità e si impegnò concretamente per cambiare le leggi che discriminavano le donne. Nel 1996 fu tra le protagoniste della riforma che riconobbe lo stupro come reato contro la persona e non più contro la morale. Una svolta fondamentale nella giurisprudenza italiana.
Movimento femminista Latina.
La comunicazione per tutti: giustizia in TV
Oltre al lavoro nei tribunali e in Parlamento, Tina fu anche una brillante divulgatrice. Partecipò a numerosi programmi televisivi, tra cui Forum, dove parlava di diritto in modo semplice e accessibile. Era convinta che la giustizia dovesse essere alla portata di tutti, e in particolare delle donne, spesso escluse o intimidite dal linguaggio giuridico.
La fondazione e l’eredità culturale
Tina Lagostena Bassi è morta il 4 marzo 2008 a Roma. Ma il suo impegno non si è spento. Nel 2024 è stata istituita la Fondazione Tina Lagostena Bassi, che raccoglie e digitalizza il suo archivio personale: documenti, sentenze, interviste, testimonianze. La fondazione, guidata dall’avvocata Andrea Catizone e sostenuta dal figlio Raimondo e dalla nipote Beba, promuove progetti educativi e culturali sulla parità di genere nelle scuole, nei media e online.
Tina Lagostena Bassi: una voce ancora viva
Tina Lagostena Bassi ha lasciato un’impronta indelebile nella società italiana. È grazie al suo coraggio e alla sua determinazione se oggi parlare di violenza sulle donne è un dovere sociale e istituzionale. Ha aperto strade, cambiato leggi e, soprattutto, dato voce a chi non l’aveva. La sua eredità continua ogni volta che una donna denuncia un abuso, ogni volta che un giudice ascolta con rispetto, ogni volta che la giustizia si fa più umana.
