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MUSICA

Un Gianni Morandi da riscoprire: “Il mondo di frutta candita”

Un album tra i più importanti per la sua carriera che in molti però non conoscono

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Gianni Morandi all'Arena di Verona

77 anni il prossimo dicembre, di cui ben 63 trascorsi come cantante e 59 costellati da una ricchissima discografia. E poi attore, presentatore televisivo, calciatore, maratoneta… questo e altro è Gian Luigi Morandi, emiliano dell’Appennino, esattamente del paese di Monghidoro (la cui ormai remota toponomastica era Scaricalàsino). Come molti altri cantanti suoi coevi, egli ha ancor oggi il merito di mettere d’accordo tutti, abbracciando almeno tre (se non addirittura quattro) generazioni di ascoltatori, e pure in quest’estate ormai alla fine ha messo a segno un altro colpo vincente, L’allegria, vivacissimo brano commissionato a Lorenzo Jovanotti Cherubini e scritto e composto da quest’ultimo con entusiasmo.

Il periodo nero di Gianni Morandi e la rinascita con Il mondo di frutta candita

Gianni Morandi è un cantante senza tempo, ma anch’egli ebbe un momento difficile durante la sua carriera, un periodo durato praticamente dal 1972 al 1981. Era il tempo dei cantautori più o meno impegnati, della melodia pop elaborata dai complessi vocali e strumentali, alcuni dei quali sperimentavano stili tendenti ora al jazz, ora al classico (il fenomeno progressivo), per cui ad un certo punto non c’era più posto per gli idoli degli anni ’60-inizio ’70. Chi riparò all’estero, chi si buttò sul teatro, sul cinema, sulla TV, chi, come Morandi stesso, sentì il bisogno di conoscere meglio la musica, studiando bene uno strumento con tutti gli annessi e i connessi di teoria e solfeggio.

Ogni tanto, però, era bene rialzare la testa e riproporsi in una veste più aggiornata, con qualche album contenente canzoni nuove. L’ex ragazzo di Monghidoro ne pubblicò cinque tra il 1975 e il 1980, ma senza esito o quasi. Il primo lavoro di quel “periodo nero” rimane certamente il migliore, perché quasi tutto scritto da due grandissimi genovesi: Ivano Alberto Fossati, autore di otto brani su nove, e Oscar Prudente, compositore dell’intero LP.

Un album fondamentale per il consolidamento dello stile di Gianni Morandi

Gianni Morandi Alle nove della sera

In quel periodo Morandi faceva la spola tra Roma, dove abitava e incideva, e Milano, ove conduceva un programma televisivo musicale intitolato Alle sette della sera (che nelle puntate messe in onda in estate in prima serata divenne Alle nove della sera), per cui ci voleva pure un repertorio più adatto al gusto dei giovani telespettatori, oltre che una sigla adeguata. Venne fuori così una canzone che Prudente aveva già pubblicato nel 1972, stavolta su testo di Mogol, ma senza successo: Il mondo di frutta candita. Morandi rilanciò il brano grazie al passaggio in TV e partecipò anche al Festivalbar ’75, oltre a intitolare il nuovo album proprio Il mondo di frutta candita. Il singolo andò discretamente, ma il 33 giri purtroppo vendette poco. Eppure è un disco che, a riascoltarlo oggi dopo 46 anni, ci fa capire quanto sia importante rivalutarlo, soprattutto grazie alla forza e alla presenza di Ivano Fossati.

La caccia al bisonte, che apre il lavoro, è un motivo trascinante sorretto da un testo che ci riconduce alle avventure di certi romanzieri statunitensi tipo Faulkner e Steinbeck; Io vado a Sud è un brano a proprio modo “di protesta”, in cui vengono espresse rabbia e voglia di evadere dalla routine quotidiana cittadina; Due ore di polvere, altra ottima canzone, sa molto di country e bluegrass, con chitarre acustiche in evidenza. Bene anche Autostrade: no!. Gianni Morandi canta sempre benissimo e getta le basi di quello che sarà il suo grande rilancio, quando i tempi saranno più maturi per rivederlo in scena e riprendere il dialogo con il pubblico che fino al ’71-’72 lo aveva a dir poco osannato.

Questo disco è stato ripubblicato in versione CD una ventina d’anni fa, per poi uscire nuovamente di catalogo: tuttavia vale la pena conoscerlo e ascoltarlo attentamente, perché qui comincia a notarsi il “bruco” del nuovo Morandi, quell’inizio del cambiamento di stile dovuto anche al passare degli anni e a una maggior maturità, quel primo mattone che lo porterà dopo qualche tempo ad uscire dalla crisi e ad intonare Uno su mille ce la fa!.

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