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Verrà la morte e avrà i tuoi occhi: gli ultimi giorni di Cesare Pavese

Verrà la morte e avrà i tuoi occhi: gli ultimi giorni di Pavese e l’amore non corrisposto dell’attrice americana

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Cesare Pavese

Gli ultimi giorni di Cesare Pavese: 72 anni fa la morte in un camera d’albergo a Torino

Era il 1950 e in preda ad un’infelicità che lo attanagliava, decideva di togliersi la vita in una camera d’albergo di fronte alla Stazione di Porta Nuova a Torino, il celebre scrittore Cesare Pavese. Era il 27 agosto del 1950, ma già 10 giorni prima di compiere l’estremo gesto, scriveva sui fogli il suo addio consapevole che quell’anno non l’avrebbe visto finire.

Cesare Pavese: l’amore non corrisposto per l’attrice Constance Dowling

Questo il consuntivo dell’anno non finito, che non finirò“, sono le tristemente celebri parole di Cesare Pavese scritte il 17 agosto del 1950, 10 giorni prima di decidere di suicidarsi in albergo di Piazza Carlo Felice, a Torino. Parole che vivono ancora in un libro pubblicato postumo alla sua morte, Il mestiere di vivere. Diario 1935 – 1950. Un’infelicità profonda, un male di vivere intenso che aveva impregnato le sue ultime pagine scritte. Ad aggravare il fragile stato emotivo di Cesare Pavese l’amore mai vissuto con Constance Dowling, attrice americana che aveva conosciuto nel 1949 durante un soggiorno in Italia di lei.

Verrà la morte e avrà i tuoi occhi

Un amore folle quello di Pavese che aveva perso del tutto la testa per l’attrice, che però non ha mai ricambiato quel sentimento così intenso. Proprio alla Dowling sono dedicate alcune delle poesie di Pavese. Molte delle quali raccontano lo strazio dell’amore non corrisposto, l’infelicità dell’innamorato condannato a vivere in solitaria il suo folle e forte sentimento. Tra le poesie di Pavese, testamento spirituale di quell’amore che lo aveva nell’animo dilaniato, Verrà la morte e avrà i tuoi occhi: “Sei la vita e la morte. Sei venuta di marzo sulla terra nuda, il tuo brivido dura. Sangue di primavera – anemone o nube – il passo leggero ha violato la terra. Ricomincia il dolore“.

Gli ultimi scritti di Pavese: “Non fate troppi pettegolezzi”

Poesia scritta da Pavese mesi prima della sua morte e poi ritrovate solamente in un secondo momento, pubblicate da Einaudi nel 1951. Era un 27 agosto di 72 anni fa quando, reduce da mesi di sofferenza e affanno, ingerendo oltre 10 dosi di sonnifero, Cesare Pavese venne ritrovato morto nell’albergo. Un ultimo gesto ancora, prima di togliersi la vita, delle parole scritte sulla prima pagina del suo libro Dialoghi con Leucò: “Perdono tutti e a tutti chiedo perdono. Va bene? Non fate troppi pettegolezzi“.

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