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Gabriele Parpiglia: «Ho denunciato Alfonso Signorini, ma quello che fa Fabrizio Corona è violenza estrema»
Gabriele Parpiglia racconta la rottura con Alfonso Signorini e la denuncia presentata nel 2024. Pur non avendo rapporti con il conduttore, condanna duramente i metodi di Fabrizio Corona.
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Parpiglia rompe il silenzio sul caso Signorini-Corona

Gabriele Parpiglia interviene sulla vicenda che coinvolge Alfonso Signorini e Fabrizio Corona, chiarendo la propria posizione nel corso di un’intervista rilasciata al portale Rumors. Il giornalista e autore televisivo conferma di non avere più alcun rapporto con Signorini e di averlo addirittura querelato, ma prende nettamente le distanze dai metodi utilizzati da Corona, che definisce “estrema violenza”.
La rottura con Signorini e l’addio a Chi

Gabriele Parpiglia racconta che la fine del rapporto con Alfonso Signorini risale all’estate del 2024 ed è legata a questioni professionali ed economiche:
«L’8 agosto 2024 ho dato le dimissioni da Chi. L’ho fatto mandando una PEC e poi ho interrotto il rapporto di collaborazione».
Dopo oltre quindici anni di collaborazione, la separazione è diventata pubblica anche sui social e ha segnato l’inizio di un percorso legale:
«Io ho denunciato per primo. Sono stato il primo che, nel settembre del 2024, è partito con i legali».
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“Non ho rapporti con Signorini, ma non condivido Corona”
Pur ribadendo di non avere più alcun legame con il conduttore del Grande Fratello, Parpiglia prende le distanze dall’operato di Fabrizio Corona, che proprio in questi giorni sta pubblicando nuovi contenuti sul caso:
«Fabrizio Corona ha la sua impostazione narrativa, fa uscire le cose a seconda dei tempi e con le sue modalità, cercando di costruire un racconto fatto di clamore».
L’accusa: “Violazione della privacy e violenza mediatica”
Secondo Parpiglia, la pubblicazione di chat e materiali privati rappresenta un limite che non dovrebbe essere superato:
«Pubblicare contenuti che violano totalmente la privacy è illegale. Io lo faccio con il carteggio legale».
Il giornalista sottolinea come anche lui potrebbe rendere pubblici documenti e conversazioni, ma sceglie di non farlo:
«Potrei pubblicare le chat e dire “guardate cosa mi è successo”, ma non lo faccio. Seguo la legge e quello che mi dice il mio legale».
Da qui l’accusa più dura:
«Così stai facendo solo un atto di estrema violenza, rivendicando un diritto di cronaca che non hai, perché non sei giornalista».
“Questa non è una battaglia di sputtanamento”
Parpiglia prende le distanze anche dal clima che si è creato sul web:
«A me di questa battaglia dedita allo sputtanamento non interessa niente. Per me è una cosa seria».
Secondo il giornalista, il problema è la superficialità con cui la vicenda viene trattata online:
«Il web si ferma al titolo, al like, al meme. Ma dall’altra parte ci sono persone che per queste vicende hanno sofferto».
Gabriele Parpiglia chiarisce la sua posizione: ha denunciato Alfonso Signorini, ma non approva in alcun modo il metodo mediatico di Fabrizio Corona. Per lui, la vicenda deve rimanere nei confini della legalità e del rispetto delle persone, lontano da spettacolarizzazioni e processi social.