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Che cos’è la shrinkflation: meno prodotto allo stesso prezzo

Meno prodotto ma allo stesso prezzo: il Codacons chiede all’Antitrust di indagare sulla presunta “inflazione occulta” che sta mietendo vittime tra i portafogli dei consumatori

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shrinkflation che cos'è il fenomeno della riduzione del prodotto allo stesso prezzo

Shrinkflation: che cos’è e in che cosa consiste il fenomeno

Che cos’è la shrinkflation? Una parola desueta e non italiana di cui si sta parlando molto in queste: si tratta di un fenomeno che molti consumatori stanno denunciando. Quantità di prodotto ridotte ma vendute allo stesso prezzo: su che cosa sta indagando l’Antitrust.

Che cos’è la shrinkflation: meno prodotto ma allo stesso prezzo

A spiegare che cos’è la shrinkflation, denunciando il fenomeno all’Antitrust tramite esposto, è stato il Codacons. Per shrinkflation (dall’inglese, tradotto, restringimento) si intende un fenomeno che sta dilagando nel mercato: la tendenza a ridurre le quantità dei prodotti confezionati, spesso i più venduti, pur mantenendo inalterati i prezzi. Così da 500ml di prodotto si passa a 450ml o 400ml, per esempio, ma il presso è sempre lo stesso così come spesso anche la confezione.

Nel 2016 il “caso” Toblerone dopo la Brexit

Il fenomeno, ora sotto la lente d’ingrandimento, tuttavia non è attuale: da anni già l’Ons, Office for National Statics, ha rilevato oltre 2mila casi. A questo proposito ritorna in mente anche il “caso” del Toblerone, l’iconica barretta di cioccolato. Era il 2016 quando Mondelez International, società che aveva acquistato Toblerone, aveva deciso di ridurre le storiche barrette rispettivamente da 400gr a 360 gr e da 170gr a 150gr. Azione minima volta ad abbassare il costo di produzione, penalizzando il numero di “montagnette di cioccolato”. Il motivo? Strettamente legato alla Brexit e all’aumento di prezzo di numerosi ingredienti in sede di produzione.

Il Codacons invia un esposto all’Antitrust e in Procura

Chiede un’indagine il Codacons attraverso un esposto presentato all’Antitrust e alle procure della Repubblica, 104 per l’esattezza. Un’indagine che si rende necessaria alla luce delle numerose segnalazioni da parte dei consumatori che si sarebbero sentiti “ingannati”. La tendenza a ridurre il prodotto mantenendo invariato il prezzo può essere una truffa o una pratica commerciale scorretta?

Shrinkflation, che prodotti riguarda: dai detersivi ai biscotti

Che cos'è la shrinkflation

Dai detersivi alle confezioni di fazzoletti ma anche biscotti, bibite, dentifrici, uova di Pasqua: la shrinkflation sembra aver condizionato il mercato senza distinzioni. Solo in alcuni casi il prezzo del prodotto, seppur ridotto nella sua quantità, è stato alterato (aumentato). Diversamente, ridotta la quantità, il prezzo è rimasto lo stesso: “Un trucchetto che consente enormi guadagni alle aziende produttrici ma di fatto svuota i carrelli e le tasche dei consumatori, realizzando una sorta di ‘inflazione occulta’“, si legge nel comunicato del Codacons.

Ciò su cui pone poi ulteriormente l’accento il Codacons è il consumatore che, in tutto questo, sarebbe una vittima ignara in quanto tutto avverrebbe sotto ai suoi occhi senza quasi la possibilità che se ne accorga. Questo perché, risaputo, il consumatore è molto più attento alla variazione del prezzo, molto più “distratto” sui grammi e millilitri. Sempre il Codacons: “I consumatori, infatti, tendono ad essere sempre sensibili al prezzo, ma potrebbero non notare piccoli cambiamenti nella confezione o non fare caso alle indicazioni, scritte in piccolo, sulle dimensioni o sul peso di un prodotto“.

Cambia il packaging, cambia il peso ma non il costo

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Viene fatto poi notare come, per “mascherare” ulteriormente la riduzione, spesso le aziende hanno optato per un rinnovamento del packaging, più accattivante, esteticamente bello e fuorviante. Alla luce dei numeri forniti dalle indagini dell’Istat, sono stati oltre 7mila i casi registrati di shrinkflation: “I picchi si registrano nel settore merceologico di zuccheri, dolciumi, confetture, cioccolato, miele (in 613 casi diminuzione della quantità e aumento del prezzo) e in quello del pane e dei cereali (788 casi in cui, però, si è riscontrata solo una riduzione delle confezioni). Bibite, succhi di frutta, latte, formaggi, creme e lozioni sono le altre categorie di prodotti a cui è bene prestare particolare attenzione“.

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