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MUSICA

L’ouverture “Coriolano”: il viaggio di Beethoven dal teatro alla pubblicità 

La storia “amara” del condottiero messo in musica da Ludwig Van

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Grafica Ludwig Beethoven

Come ricorderete, il 2020 è stato l’anno delle celebrazioni per i due secoli e mezzo trascorsi dalla nascita di Ludwig van Beethoven, avvenuta in Germania sebbene lo stesso abbia poi vissuto in Austria, ove trovò la gloria, pur vivendo non poche conflittualità interiori dovute anche ai problemi di udito che lo colpirono irreparabilmente in età ancora relativamente giovane.

Naturalmente per l’occasione sono tornate di moda le pagine immortali di Beethoven: sinfonie come la Terza, la Quinta, la Sesta e la Nona, alcune sonate per pianoforte (ne scrisse ben 32); un brano sempre pianistico che, pubblicato postumo (il musicista di Bonn era morto nel 1827 lasciando molti manoscritti inediti), ebbe un successo enorme (Per Elisa); le sonate per violino e pianoforte Primavera e Kreutzer.

Coriolano: la colonna sonora è a cura di Ludwig van Beethoven

Ludwig van Beethoven

Una storia particolare è quella riguardante l’ouverture per orchestra che Beethoven aveva scritto appunto per aprire uno spettacolo teatrale per il quale era stato contattato con l’intento di comporne quella che oggi diremmo colonna sonora: la tragedia Coriolano, ma non il lavoro di William Shakespeare risalente a più di due secoli prima, bensì il testo del drammaturgo viennese Heinrich Joseph Von Collin, che in quel periodo neoclassico-preromantico si era specializzato nel prendere spunto da storie e leggende soprattutto dell’antica Roma per ridurle in chiave scenica.

E’ nota la storia di Caio Marcio, detto Coriolano perché aveva conquistato la città di Corioli, il quale si era alleato con i Volsci contro Roma dopo essersi inimicato i plebei per una questione riguardante il prezzo del grano ma che, una volta raggiunto da madre e moglie, turbate per la scelta rasentante il tradimento della propria patria, manifestò il proprio pentimento e quindi si consegnò agli ex-alleati, per poi uccidersi. 

Dal dramma del condottiero allo spot dell’amaro

Beethoven Ludwig Van

Nei circa otto minuti di questo brano musicale, Beethoven descrive i molti aspetti del dramma umano del condottiero romano, a partire da quel tono di ambizione e decisione tradotto in musica con una nota trattenuta, eseguita da violini e violoncelli, cui fa seguito un rapido accordo che cambia nelle battute immediatamente successive e la cui esecuzione vede unirsi i timpani agli archi. Quindi la partitura prende forma, descrivendo con atmosfere adeguate la storia-leggenda da noi sunteggiata più sopra, anche se ogni tanto ritornano quelle crude note iniziali. 

Queste ultime, intorno al 1970, piacquero molto agli assistenti musicali di una casa milanese produttrice di comunicati pubblicitari per la televisione e il cinema, per fare da sottofondo all’immagine di una mano robusta, forte, coperta da armatura, che doveva reclamizzare un amaro olandese in attesa del definitivo lancio italiano. Così, da mezzo secolo in qua, le prime battute dell’ouverture in do minore opera 62 di Ludwig Van Beethoven, scritta per la tragedia Coriolano di Von Collin, per la maggioranza degli italiani sono inevitabilmente associate all’ “amarissimo che fa benissimo“!  

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