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MUSICA

Sanremo 2022, parla il cantante Highsnob: “Sono stato accoltellato”

Ci sono alcune ferite che lasciano il segno per sempre, come ci racconta Highsnob

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L’intervista di Highsnob ai microfoni di Ciao Maschio

Highsnob ha partecipato alla scorsa edizione del Festival di Sanremo, duettando accanto a Hu con la canzone Abbi cura di te. Intervistato ieri sera ai microfoni di Nunzia De Girolamo nello studio di Ciao Maschio, il cantante ha parlato della sua vita, affrontando anche momenti molto dolori del suo passato. Ha parlato delle storie impresse sulla sua pelle con l’inchiostro, della sua sensibilità e gentilezza e di un episodio traumatico subito a 13 anni.

Un corpo ricoperto di tatuaggi (e di storie di vita)

Perché mi sono tatuato Highsnob sul volto? Per ricordarmi che non avevo un piano B e che dovevo darmi da fare. Mi sono tatuato il nome d’arte prima di fare successo, un incentivo che mi sono dato perché non potevo fare un altro lavoro“: questo è il significato più profondo che si cela dietro alla scritta che incornicia il sopracciglio sinistro di Highsnob. Sempre sul volto ha un tatuaggio che recita “Don’t cry“, inteso come un memorandum per non farsi abbattere dalle proprie fragilità.

Highsnob: gli episodi davvero traumatici lasciano il segno per sempre

Raccontando di episodi traumatici della vita, Highsnob ne racconta uno: “Sono stato accoltellato intorno ai 13 anni per bullismo. Non me la sono mai cercata, l’ho capito nel tempo che si trattasse di gelosia fra ragazzini, è una cosa che non mi levo più. Ma non so perché sia successo“. Ha poi continuato dicendo: “Ho perdonato quella coltellata, io perdono sempre. Sembra una frase un po’ da boss però non dimentico, ma perdono. Se ti odio io ti perdono, se non lo faccio vuol dire che ti sto dando importanza“.

Highsnob: da persona tranquilla e pacata ad attaccabrighe

Highsnob, cresciuto nella città ligure di La Spezia, continua raccontando il suo percorso di vita: “Fino ai 17 anni ero tranquillo, poi ho iniziato a fare graffiti ed alla fine sono esploso. Nella condizione sociale in cui ero io, vengo da una famiglia umilissima, non avevo spazio […] sono diventato un attaccabrighe e questo non ha portato nulla di buono, ma non lo rinnego“.

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