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Satira o diffamazione? Il caso Naike Rivelli contro Barbara D’Urso approda in tribunale

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Naike Rivelli contro Barbara D’Urso: Ironia e Satira al Centro della Disputa Legale

Ieri mattina si è tenuta al Tribunale di Alessandria la prima udienza che vede al centro della scena Naike Rivelli, influencer e figlia dell’attrice Ornella Muti, querelata dalla nota conduttrice televisiva Barbara D’Urso.

Al centro della disputa legale ci sono due video pubblicati da Rivelli nel 2019 in cui l’influencer metteva in discussione il contenuto di alcune trasmissioni di “Pomeriggio Cinque”, programma di punta di Barbara D’Urso.

Secondo quanto riportato dall’avvocato di Naike Rivelli, Antonio Pelle, nell’immediato post-udienza rivolto all’Adnkronos, quei video avevano un chiaro intento ironico e satirico. Nel primo, Rivelli commentava una situazione tra la D’Urso e Vittorio Sgarbi, noto critico d’arte e opinionista, sulla presunta attrattiva sessuale di quest’ultimo, ritenendola rappresentativa di una caduta di livello dell’offerta televisiva italiana verso il cosiddetto “trash”.

Il secondo video

Nel secondo video, invece, veniva analizzata una particolare intervista di D’Urso a Silvio Berlusconi, dove Rivelli sottolineava come il dialogo fosse più simile a un monologo dell’ex premier, facendo un parallelo audace con precedenti situazioni televisive riguardanti la conduttrice.

Durante l’udienza, la D’Urso, presente con il suo legale, ha voluto ribadire le ragioni che l’hanno portata a procedere legalmente contro Rivelli, accusandola di diffamazione per i contenuti pubblicati. Da parte sua, la difesa ha cercato di contestualizzare i video sottolineando la natura ironica e critica dei commenti e indicando che anche la D’Urso, in diversi momenti della sua trasmissione, avrebbe adottato toni similari.

L’udienza di ieri è stata quindi occasione per ripercorrere e analizzare dettagliatamente le circostanze che hanno portato alla querela, con la difesa che sostiene come i commenti di Naike Rivelli dovessero essere intesi in chiave sarcastica, riferendosi a dinamiche già presenti nel format del programma di “Pomeriggio Cinque”. Il caso solleva ulteriori riflessioni su come la satira e la libertà di espressione trovino posto e limiti nel dibattito pubblico, in particolar modo in contesti mediatici dove la linea tra intrattenimento e informazione appare sempre più sfumata.

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