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The Ferragnez: Fedez e Chiara, il difetto di far sentire tutti in difetto

La vita al limite dei Ferragnez, in bilico tra autenticità e sceneggiatura

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Fedez e Chiara Ferragni il ritorno su Instagram in stile The Ferragnez

Ogni volta che si parla di Ferragnez, intesi come famiglia e al contempo come prodotto commerciale che genera profitto, mi sovviene una vecchia intervista rilasciata da Chiara Ferragni a Vogue tempo fa, quando parlava di aver sofferto della sindrome dell’impostore. Credo che questa esperienza sicuramente traumatica abbia in qualche modo lasciato degli strascichi, un sottile strato di polvere su persone e oggetti. Il timore del giudizio, il timore del confronto, la paura di fallire ma anche di essere abbandonati, di essere dimenticati. Parto da questo, che fa parte di un passato messo agli atti, per arrivare ad oggi, alle più recenti confessioni di Fedez. Il rapper si è mostrato nuovamente in tutta la sua vulnerabilità sui social raccontando quanto vissuto in questi mesi: l’interruzione di un farmaco importante, l’effetto rebound, l’instabilità emotiva derivata da un trauma forse non del tutto elaborato.

La vita al limite dei Ferragnez al confine tra autentico e inautentico

Quando costruisci una macchina dove tu stesso sei il prodotto, diventa difficile per gli altri capire quando sei un prodotto e quando non lo sei più. Un po’ come quel rumorino stridente che si sente in sottofondo guardando la serie sulla loro vita. Come fa ad essere spontaneo qualcosa che deve essere forzatamente spontaneo per diventare spontaneamente un prodotto non spontaneo da vendere? Dove sono i confini, i limiti dell’autenticità quando ci si propone di essere il soggetto di una serie tv senza però che filtri il messaggio che sei un personaggio? Guardando le ultime storie di Fedez, conoscendo la storia dei Ferragnez e avendo visto The Ferragnez, quasi è un dispiacere non saper più scindere ciò che è reale da ciò che non lo è, ciò che è autentico da ciò che è inautentico.

Cinismo, scetticismo: il momento in cui ci si sente delle “brutte persone”

Qui temo si annidi forse tutta la fragilità dei Ferragnez e tutta la loro potenza: saper vivere al limite, con un piede da una parte o dall’altra del confine, all’occorrenza. Un vivere che fa sicuramente sudare ma che ha permesso anche di investire su se stessi guadagnando milioni, pena rischiare di perdere la credibilità. Quanto è brutto dubitare di fronte al dolore manifesto di una persona, quanto è brutto scoprirsi cinici e scettici di fronte alla malattia cercando di far tacere quella vocina che mette in discussione che si tratti di un capitolo di vita o del titolo di una nuova puntata. È brutto al punto che fa quasi venir voglia di allontanarsi dal prodotto stesso pur di non sentirsi così, quasi indifferenti al dolore altrui perché poi è così che ci si sente, delle brutte persone.

La “tempesta di merd* mediatica”

Quanto c’era di previsto e scritto in questo lungo silenzio social? Quanto c’è di vero in quella pausa di Fedez poi tornato con un annuncio straziante, ad un mese esatto da Sanremo, tra polemiche e ipotesi di crisi, tra gossip infondati e fondati, tra scompiglio e allarmismo, con la foto d’archivio già pronta di Chiara? Mi viene cinicamente molto difficile immaginare che sia andata così, che non abbia fatto comodo la “tempesta di merd* mediatica“, che non sia stata prevista e volutamente cercata.

Una tempesta che poteva non esserci e che ora più di prima credo sia stata fortemente alimentata proprio dai Ferragnez. È stato semplice in fondo mortificare tutti per aver pensato male dei Ferragnez, di Chiara, ma poteva essere semplice al pari allora pubblicare una foto insieme, anche vecchia sapendo che rilevanza ed effetto avrebbe avuto, smentire la crisi. Avremmo smesso di parlare di loro, li avremmo doverosamente lasciati in pace. Ma non erano questi, allora, i piani.

The Ferragnez e quel difetto di far sentire sempre tutti in difetto

Una foto insieme dopo Sanremo, anche vecchia, anche finta, anche photoshoppata, e nessuno avrebbe parlato di crisi dei Ferragnez in maniera ossessiva, nessuno avrebbe chiesto dov’era Fedez, nessuno si sarebbe mobilitato per sapere di più, nessuno avrebbe insistentemente spulciato ogni giorno i loro profili. E se non era tenuto Fedez a farlo vista la sofferenza, quanto costava farlo a Chiara, risparmiandosi in primis tutta la merd*, anziché fagocitare foto sola? Visto che non era difficile né costoso, mi sembra abbia più senso pensare che semplicemente non era remunerativo.

E ora che l’interesse c’è ampiamente stato, per superare l’odore della tempesta di merd*, si spruzza un po’ di mortificazione soffusa nei confronti di tutti coloro che l’interesse l’hanno manifestato, sbagliando. Ma come si può mortificare allora il senso di curiosità nei tuoi confronti se è proprio il senso di curiosità nei tuoi confronti quello che vuoi, che vendi e che ti fa guadagnare? Tutto qui finisce, con la solita morale: siamo stati tutti inopportuni e ancora una volta in difetto dimenticandoci il difetto dei Ferragnez. E c’è chi sui social, con infinita tenerezza, chiede scusa.

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